(Minghui.org) Una donna di sessantotto anni, residente a Macheng, nella provincia dell’Hubei, è stata arrestata dalla polizia di Nanchino, nella provincia dello Jiangsu, per aver pubblicato online informazioni sul Falun Gong. Mentre stava scontando una condanna di dieci mesi, Zou Guixiang è stata sottoposta a brutali torture e costretta a rinunciare al Falun Gong.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Zou, operaia in pensione di una fabbrica per la filatura della seta, attribuisce al Falun Gong il merito di aver curato la sua malattia terminale. Negli ultimi due decenni la donna è stata ripetutamente presa di mira per aver sostenuto la sua fede.

Alle 20:00 del 10 dicembre 2021 la polizia di Nanchino e Macheng ha ingannato Zou e le ha fatto aprire la porta. Alla donna sono stati confiscati i libri del Falun Gong, la foto del suo fondatore, materiale informativo, sette telefoni cellulari e 7.000 yuan (circa 960 euro) in contanti.

Dopo un breve interrogatorio presso la stazione di polizia di Nanhu a Macheng, durante la notte è stata portata a Nanchino. La polizia l'ha trattenuta alla stazione di polizia di Chunxi per qualche altro giorno, dove è stata interrogata. In seguito, è stata condotta al Centro di detenzione della città di Nanchino, dove è stata trattenuta per dieci giorni. La donna si è rifiutata di rispondere alle domande degli agenti su dove avesse preso il materiale del Falun Gong. La polizia l'ha poi trasferita in un centro di detenzione segreto, dove, durante i cinque mesi trascorsi, è stata spesso interrogata.

Poiché Zou ha anche inviato informazioni sul Falun Gong su WeChat (una piattaforma di social media), la polizia e il dipartimento di sicurezza nazionale di Nanchino hanno ritenuto il suo caso significativo e l'hanno accusata di "collusione con forze straniere anti-Cina" e di "diffusione di discorsi reazionari". Hanno formato una task force speciale e hanno continuato a interrogarla su come avesse "colluso" con "forze straniere".

Dopo mesi di indagini, la polizia ha confermato che Zou aveva acquistato tutti i suoi telefoni cellulari e le sue schede sim senza contattare nessuno al di fuori della Cina. Senza prove sufficienti, il tribunale di Nanchino l'ha condannata a dieci mesi per "diffusione di discorsi reazionari".

Anche dopo la condanna, gli agenti della sicurezza nazionale hanno continuato a interrogarla. Hanno tenuto la luce della sua stanza costantemente accesa, anche di notte, e l'hanno costretta a guardare video di propaganda che diffamavano il Falun Gong e inneggiavano al regime comunista, anche per dieci ore al giorno.

Durante la detenzione, il vicedirettore del dipartimento di polizia di Gaochun si è recato tre volte a Macheng per molestare il marito e la figlia. Anche suo fratello non è stato risparmiato. La polizia ha filmato i suoi familiari e ha cercato di costringerli a fornire informazioni contro di lei.

Zou ha anche notato che le guardie aggiungevano una sostanza simile a un cristallo nella sua acqua potabile. Ha iniziato a soffrire occasionalmente d’ipertensione. Una volta si è sentita una stretta al petto. Il suo corpo era freddo e aveva difficoltà a respirare.

Oltre alla somministrazione di farmaci, le autorità le hanno anche razionato il cibo e l'hanno affamata. In cinque mesi il suo peso è sceso da 126 a 99 libbre (circa da 58 a 45 chili). Solo quando ha attuato uno sciopero della fame, le autorità hanno iniziato a nutrirla regolarmente.

Per i cinque mesi di detenzione segreta, le autorità ne hanno conteggiato solo la metà ai fini del suo periodo di detenzione. Alla fine la sua pena è stata prolungata di due mesi e mezzo e, il 21 dicembre dell’anno scorso, Zou è stata rilasciata.