(Minghui.org) Fu Yanli, una 58enne di Tai'an nella provincia dello Shandong, è stata processata il 6 agosto scorso con l'accusa di essere una praticante del Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999. Il suo avvocato ha presentato per lei una dichiarazione di non colpevolezza.

Fu è un’ex dipendente dell'Ufficio n. 14 del Ministero delle ferrovie a Tai'an, ed era stata licenziata per non aver rinunciato al Falun Gong. Era anche stata privata della pensione e si guadagnava da vivere affittando delle case di proprietà e gestendo un negozio d'abbigliamento. L'arresto più recente è avvenuto il 26 ottobre dello scorso anno, ad opera di agenti della Divisione per la sicurezza interna del distretto di Daiyue. La Procura distrettuale di Daiyue l'ha incriminata il 15 marzo di quest'anno e ha trasferito il caso al tribunale dello stesso distretto.

Quando Fu è comparsa in aula intorno alle 9:30 del 6 agosto scorso, dopo quasi 10 mesi trascorsi in custodia, è apparsa emaciata e molto debole: non riusciva nemmeno a camminare senza aiuto. Quando si è seduta, l'ufficiale giudiziario non l'ha sorretta bene e lei si è accasciata sulla sedia. Il giudice le ha chiesto come stava e lei ha risposto che si sentiva molto debole, stordita e aveva la nausea.

L'autodifesa di Fu

Il giudice le ha in primo luogo chiesto di descrivere l'arresto e lei ha detto che il 26 ottobre dello scorso anno, mentre tornava a casa dopo essere stata dal parrucchiere, qualcuno l'ha avvicinata nell'ascensore e le ha chiesto se fosse Fu Yanli. Quando lei ha risposto affermativamente, l’uomo l'ha spinta contro la parete dell'ascensore; poi sono subito comparsi altri 10 agenti in borghese che sono rimasti in silenzio quando lei ha chiesto chi fossero.

Il giudice le ha chiesto: "Lei sa che sono stati requisiti un computer e una stampante da casa sua? Ha ricevuto una lista degli effetti confiscati?".

Fu ha replicato che non aveva idea di cosa le avessero sequestrato da casa, perché dopo l'arresto era stata portata via in un'auto bianca e non era presente durante la perquisizione. La polizia non le aveva mai fornito una lista dei beni confiscati. Lei ha aggiunto che le erano stati sequestrati anche l'auto di famiglia con le chiavi, e il cellulare. Non sapeva quello che la polizia aveva fatto del cellulare o quello che era stato usato come prova d'accusa contro di lei.

Il giudice poi le ha chiesto di spiegare perché praticava il Falun Gong e lei ha detto che intorno al 1990 aveva iniziato a soffrire di una grave insufficienza renale. Era allergica agli antibiotici e il medico non sapeva cos'altro prescriverle. In quegli anni era molto in voga il qigong e molta gente constatava dei benefici effettivi per la salute praticandolo. Il presidente dell'ospedale associato al suo posto di lavoro le ha raccomandato di praticare il Falun Gong. Lei ha provato a praticarlo e lo ha trovato molto buono. Da allora ha continuato e ha recuperato completamente la salute.

Quando le è stato chiesto se aveva qualcosa da aggiungere, ha detto che nessuna legge criminalizza il Falun Gong o lo etichetta come culto in Cina e non era menzionato nella lista dei 14 culti pubblicati dall'Ufficio di pubblica sicurezza nel 2000.

La difesa dell'avvocato

L'avvocato ha detto che l'Ammnistrazione generale della stampa e delle pubblicazioni il 1°marzo del 2011 ha pubblicato l'Annuncio n. 50 in cui abrogava due notifiche che proibivano la pubblicazione dei libri del Falun Gong. Era quindi completamente legale che Fu possedesse e distribuisse delle pubblicazioni sul Falun Gong, e non avrebbe dovuto essere accusata di questo.

L'avvocato si è anche soffermato su alcuni punti che riguardavano le prove d'accusa contro di lei.

Il primo punto era la testimonianza di due praticanti del Falun Gong, le signore Wang Range e Cheng Guifeng, arrestate rispettivamente nel 2020 e nel 2021 per aver distribuito calendari contenenti informazioni sul Falun Gong. Wang è stata rilasciata dopo tre mesi di detenzione e Cheng è stata condannata a sei mesi con un anno di libertà vigilata a maggio del 2022. Il PM assegnato al caso di Fu ha dichiarato che Wang, Cheng e i loro figli hanno testimoniato che i calendari che hanno distribuito erano stati forniti loro da Fu.

Poi ha detto che nessuno dei testimoni è comparso in aula per il controinterrogatorio e nemmeno la polizia e il PM hanno verificato le deposizioni con loro. È risaputo che la polizia fabbrica prove false per incastrare i praticanti del Falun Gong (incluso il caso di Fu), e tali deposizioni non sottoposte a verifica non potevano essere usate come prova d'accusa valida. D'altro canto se i calendari erano effettivamente stati procurati da Fu, perché la polizia non l'aveva arrestata allora, ma aveva atteso tre anni per aprire un fascicolo contro di lei?

Il PM poi ha presentato una testimonianza di un fattorino, il quale si ricordava di una donna sui 50 anni che era andata al suo negozio per prendere due pacchi di carta da fotocopie. Il numero di targa preso dal fattorino era lo stesso di quello di Fu.

Fu ha ribattuto che era assolutamente normale per lei comprare carta da fotocopie. Ha chiesto come mai il fattorino avesse preso nota della sua targa e l'avvocato ha aggiunto che la carta da fotocopie non è un prodotto illegale e chiunque lo può acquistare. Inoltre il fattorino non era in grado di confermare che era stata Fu ad acquistare la carta: poteva benissimo essere stato qualche suo familiare alla guida dell'auto ad averlo fatto.

Il PM ha mostrato diversi filmati girati di notte tre anni addietro con un risoluzione d'immagine veramente bassa, dichiarando che vi compariva Fu mentre distribuiva il materiale. L'avvocato ha detto che i video erano sfocati e non si vedeva chiaramente la persona filmata. Ha anche detto che se i calendari erano stati effettivamente distribuiti dalla sua cliente, la polizia avrebbe potuto rilevare le sue impronte digitali sugli stessi, ma tale prova non figurava.

Il PM ha accusato Fu di non aver firmato i verbali degli interrogatori e la lista degli effetti confiscati. Fu ha chiarito che la polizia non le ha mai mostrato la lista e che la ragione per cui non aveva firmato i verbali era perché le informazioni scritte dalla polizia non erano quello che lei aveva dichiarato e non poteva assolutamente firmarlo.

Alla fine l'avvocato di Fu ha segnalato che, sebbene il PM avesse accusato la sua cliente di "minare l’applicazione della legge con un’organizzazione di culto", il pretesto standard usato nei tribunali cinesi per incriminare i praticanti del Falun Gong, aveva omesso di dimostrare quali leggi Fu avesse minato e per quale motivo. Inoltre il PM non era in grado di dimostrare quale pericolo avesse potuto causare Fu alla società in generale e al singolo individuo praticando il Falun Gong. Dei cittadini così onesti non dovrebbero essere perseguiti dalla legge semplicemente perché praticano le loro fedi, sono brave persone e si mantengono in buona salute. L'avvocato ha chiesto al giudice la completa assoluzione della sua cliente.

Il giudice ha aggiornato l'udienza alle 12:30 senza emettere il verdetto.

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