(Minghui.org) Secondo le informazioni raccolte da Minghui.org, nel mese di novembre in Cina sono stati registrati 486 casi di praticanti del Falun Gong arrestati e altri 103 molestati per essersi rifiutati di rinunciare alla loro fede.

Questi nuovi dati portano il numero cumulativo dei praticanti arrestati e molestati nei primi undici mesi del 2018, rispettivamente a 4.483 e a 3.973. Dei praticanti appena arrestati, 333 sono ancora in prigione.

La polizia ha saccheggiato le case di 178 praticanti e a 18 di loro ha estorto un totale di 308.720 yuan (circa 39.500 euro) con una media di 17.151 yuan (circa 2.190 euro) a ognuno.

In particolare, il 28 novembre 2018 la polizia, dopo aver arrestato Wang Chao, le ha confiscato più di 100.000 yuan (circa 12.570 euro) in contanti che aveva in casa, e non ha mai comunicato alla sua famiglia dove la stanno tenendo reclusa.

In seguito agli arresti del 13 novembre 2018 a una coppia di Baoji, nello Shaanxi, la polizia ha estorto 50.000 yuan (circa 6.200). Il marito di Li Luxiang è stato rilasciato sette giorni dopo, mentre lei è rimasta detenuta in un luogo che non è stato rivelato alla famiglia.

Tra i praticanti presi di mira, 28 erano di età compresa tra settanta e settantotto anni e 10 dagli ottanta o più. La più anziana è Zou Guiqin, di novanta anni originaria della Mongolia Interna, che il 18 novembre 2018 è stata arrestata per aver appeso volantini del Falun Gong. In quella circostanza, dopo che la polizia ha minacciato di imprigionarla per la sua fede, la donna è svenuta, ma alla fine dopo due ore di interrogatorio è stata rilasciata.

Gli arresti e le molestie si sono verificati in 24 province e municipalità maggiormente controllate dal PCC. Il maggior numero di arresti è avvenuto nell'Heilongjiang (186), seguito dallo Shandong (80) e Liaoning (53). Mentre per i casi di molestie, il più alto numero si è verificato nell'Heilongjiang (27), seguito dallo Shandong (16) e Sichuan (10).

Molti degli arresti di novembre sono avvenuti mentre i praticanti si trovavano in gruppo. Nell'Heilongjiang, nella giornata del 9 novembre sono stati catturati 119 praticanti di Harbin, Daqing e regioni vicine. È stato riferito che la polizia nei mesi precedenti aveva monitorato i loro telefoni cellulari e le attività sui social media. I praticanti sono stati arrestati in base a una lista di nomi.

Nell'Heilongjiang, pochi giorni dopo gli arresti di massa, sono stati catturati 17 praticanti di Dalian, nello Liaoning, e il 18 dello stesso mese altri 36 di Qingyun, nello Shandong.

Inoltre nel mese di novembre la polizia di Baoji, nello Shaanxi, ha intensificato la persecuzione sui praticanti, arrestandone almeno 26 e molestandone 6. Tra le praticanti arrestate, Wang Juxiang e Gao Xiaowei sono state prese e portate al Lingyun Hotel, una prigione segreta non riportata sulle mappe che i funzionari della città usano da molti anni per torturare i praticanti del Falun Gong e costringerli a rinunciare alla loro fede.

Donna dell'Hebei detenuta e in condizioni critiche, il padre muore a causa dello stress

La praticante Peng Xiuli, di Qinghuangdao nell'Hebei, è stata arrestata il 3 novembre 2018 per aver parlato con la gente del Falun Gong e rinchiusa nel carcere della città. La polizia le ha poi saccheggiato la casa.

L'arresto di Peng ha causato un tremendo shock mentale a suo padre di ottanta anni, che all’improvviso si è ammalato, morendo cinque giorni dopo. La richiesta della sua famiglia per permetterle di partecipare al funerale di suo padre, è stata negata.

Peng è emaciata poiché sta facendo uno sciopero della fame per protestare contro la persecuzione, ha la pressione sanguigna alta e il battito cardiaco irregolare.

La madre cieca è afflitta dal dolore per i disagi alla sua famiglia.

Poliziotto dice ad un praticante di ottant’anni: "È giusto picchiarti a morte"

La mattina del 9 novembre 2018 l'ottantenne Chen Zaishan, dello Shandong, stava lavorando sui campi, quando si è presentato un gruppo di agenti per arrestarlo.

I poliziotti hanno saccheggiato la sua casa e confiscato i libri del Falun Gong di fronte alla moglie, che in quel momento era costretta a letto per una malattia. Successivamente lo hanno portato alla Stazione di Polizia di Kaifa dove è stato picchiato da un ufficiale.

Quando Chen protestando ha chiesto il perché di questo maltrattamento, l'ufficiale ha risposto: "Per noi è giusto pestare a morte i praticanti del Falun Gong".

L'hanno poi trattenuto fino alle cinque del pomeriggio prima di rilasciarlo.

Donna nuovamente arrestata dopo il rilascio per una frattura del femore

La praticante sessantatreenne Yang Qixing, dell'Hebei, era stata arrestata la prima volta il 9 maggio del 2017 perché in un villaggio aveva attaccato degli adesivi riportanti: "la Falun Dafa è buona".

Durante la detenzione Yang era stata maltrattata e si era rotta il femore destro in una caduta. Poiché era incapace di prendersi cura di sé, dopo il processo del novembre 2017, era stata rilasciata su cauzione.

Tuttavia il primo novembre 2018, nonostante non si fosse completamente ripresa, la polizia è andata a prelevarla nella sua casa, e dopo averla costretta a salire sulla volante l'hanno portata al centro di detenzione di Hengshui.

I poliziotti hanno detto che l'ordine di arresto era arrivato dal Giudice Zhang Ying del Tribunale distrettuale di Taocheng.

Ora la donna è in attesa di giudizio.

Donna dell'Hubei drogata durante la detenzione, nonostante il rilascio continua a essere molestata

Il 14 settembre 2018, due mesi prima della sua detenzione di quattro anni, la sessantenne praticante dell'Hubei Tao Xizhen è stata portata al centro di lavaggio del cervello di Banqiao, dove è stata spesso picchiata, drogata e privata del sonno per non aver voluto rinunciare al Falun Gong.

Quando Il 14 novembre 2018 è stata rilasciata, era emaciata, senza denti e riusciva a malapena a camminare.

Tuttavia la polizia ha continuato a molestarla e ha costretto il figlio a sorvegliarla e impedirle di uscire da casa.

Donna del Gansu molestata poco dopo essere stata dimessa dall'ospedale

Guo Qunying è una donna di sessantasei anni di Jinchang, nel Gansu, che in passato era stata ripetutamente incarcerata e torturata per non voler rinunciare a praticare il Falun Gong. Con il tempo la sua salute è peggiorata e ad ora non si è ancora completamente ristabilita, nemmeno dopo anni dalla sua liberazione.

Recentemente è stata di nuovo ricoverata in ospedale, ma è stata dimessa dopo poco. Il 21 novembre 2018 la polizia è andata a molestarla in casa, ma non riuscendo ad entrare, hanno chiamato suo figlio dicendogli di andare a casa di sua madre. Quando è arrivato gli agenti di polizia lo hanno costretto ad aprire la porta.

Una volta dentro, con Guo ancora costretta a letto, i poliziotti sono stati tre ore a saccheggiarle la casa con un ufficiale che registrava il processo, e infine le hanno confiscato tutti i materiali del Falun Gong.

Dopodiché i poliziotti le hanno detto che qualcuno l'aveva denunciata perché aveva distribuito libri del Falun Gong, poi l'hanno costretta a firmare premendo la sua impronta digitale sul registro degli interrogatori.

La polizia di Hangzhou percorre quasi 2,400 km per molestare una residente di Harbin

Nel giugno del 2017 Wang Yurong residente a Harbin, nell'Heilongjiang, è stata arrestata mentre era in visita da suo figlio a Hangzhou, nello Zhejiang, perché denunciata per aver attaccato un volantino in un'area pubblica che riportava "La Falun Dafa è buona”.

Dopo trenta giorni di detenzione, quando la polizia ha firmato il documento per chiudere il suo caso, è stata rilasciata ed è tornata a casa.

Tuttavia il 16 gennaio e il 3 giugno 2018, la polizia di Hangzhou ha percorso ben due volte un tragitto di 2,400 kmfino ad Harbin, nel tentativo di arrestarla di nuovo.

Nonostante la donna era costretta a vivere lontano di casa, il 22 novembre la polizia è tornata per la terza volta a cercarla.

Quando suo marito ha accusato la polizia d'importunare la sua famiglia, un ufficiale gli ha confessato che avevano approfittato di questi viaggi per poter fare delle vacanze durante il lavoro.

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