(Minghui.org) Xia Hongmin, residente a Baoding, nella provincia dell’Hebei, è stato nuovamente arrestato a distanza di soli tre mesi dal rilascio, dopo aver scontato un anno e mezzo in carcere per la sua fede nel Falun Gong.

Il 30 aprile di quest’anno, intorno alle 7:30, un furgone della polizia si è fermato fuori dal palazzo dove abita Xia e cinque agenti, tutti in borghese, hanno bussato alla porta. Quando l’uomo ha aperto, si sono introdotti in casa e gli hanno sventolato un pezzo di carta davanti agli occhi, ma non hanno permesso a lui né ai suoi familiari di leggere quello che c’era scritto. Un agente reggeva una videocamera per filmarlo. Gli hanno detto che qualcuno aveva spedito una lettera alla polizia e loro sospettavano che fosse lui, dopo aver visionato i video di sorveglianza.

Xia è stato trattenuto tutta la notte alla stazione di polizia. Il giorno seguente la famiglia ha ricevuto la comunicazione che era stato messo in detenzione amministrativa. Ora si trova nel carcere della contea di Laishu.

Era già stato precedentemente arrestato l’8 luglio del 2022 per aver parlato alla gente del Falun Gong a una festa di quartiere. Quando i familiari hanno chiamato il centro di detenzione della contea di Laishu a maggio dello scorso anno, sono rimasti sconcertati nell’apprendere che qualche giorno prima, il 18 aprile, era stato trasferito alla succursale di Jidong che faceva capo all’Ufficio provinciale di amministrazione carceraria dell’Hebei. Fanno capo alla succursale di Jidong otto prigioni, e sono tutte a Tangshan. Il centro di detenzione ha rifiutato di dire in quale prigione era stato portato.

I familiari hanno chiamato il giudice Xie Wenhai del tribunale di Zhuozhou, il quale ha detto loro che Xia era stato condannato a un anno e mezzo il 31 marzo dello scorso anno e che non avevano informato la famiglia del processo e della condanna perché non aveva un avvocato.

I suoi cari hanno chiamato la succursale di Jidong molte volte, ma sono stati fatti girare in tondo; sono state dette loro cose del tipo: “Non c’è nessuno di nome Xia Hongmin nei nostri registri”, “Questo è un segreto interno e non possiamo rivelarvi dove sia imprigionato Xia Hongmin” e “Se volete scoprire dov’è vi sfido a venire qui con i documenti di identità”.

A metà gennaio di quest’anno, quasi una settimana dopo il previsto rilascio, il praticante non era ancora tornato a casa. I familiari sono andati al centro di detenzione della contea di Laishui. La guardia ha infine rivelato che si trovava al carcere n. 5 di Jidong. Loro hanno chiamato il penitenziario, ma la guardia ha detto che lì non c’era. Dopo aver saputo dell’incarcerazione la guardia ha detto loro di andarlo a prendere il 17 gennaio.

Non molto tempo dopo il rilascio, la polizia lo ha infastidito e gli ha chiesto di farsi fotografare.

Durante gli ultimi 20 anni Xia è stato ripetutamente preso di mira per aver sostenuto la sua fede. Dopo l’arresto del 7 aprile 2000 diversi funzionari governativi gli avevano bruciato le labbra con una sigaretta, facendogli venire vesciche su tutta la bocca. Gli avevano fatto togliere i vestiti e lo avevano picchiato con una cintura di pelle, un bastone di legno e la gamba di una sedia. In un’altra tortura lo avevano fatto metter in ginocchio, gli avevano messo una barra di ferro sui polpacci e poi tre agenti di polizia ci erano saliti sopra. Le sue urla erano strazianti.

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