(Minghui.org) Nel 2019 novantasei praticanti del Falun Gong in Cina, sono stati perseguitati a morte per la loro fede, portando il bilancio totale delle vittime a 4.363 casi di brutale repressione negli ultimi vent’anni.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è un'antica disciplina spirituale e di meditazione basata sui principi di Verità, Compassione, Tolleranza. La pacifica pratica è perseguitata dal regime comunista cinese dal luglio 1999.

Foto di alcuni dei praticanti deceduti (da sinistra a destra, dall'alto verso il basso):

Wang Jian, Yang Guizhi, Shao Minggang, Zhang Wei, Wang Xinchun, e Wang Hongzhang

Zhang Hongwei, Shi Qiang, Li Chengshan, Kong Hongyun, Sun Libin, e Tan Yinzhen

Meng Hong, Wang Dechen, Yang Lihua, He Lifang, Yang Shengjun, e Zhu Benfu

I praticanti deceduti, di cui cinquantatre di sesso femminile, provenivano da ogni ceto sociale e comprendevano medici, professori universitari, dirigenti di fabbrica, impiegati di banca, ingegneri e agricoltori. La loro età andava dai ventotto agli ottantasette anni, con un'età media di sessantadue anni.

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Diciannove praticanti sono morti mentre erano ancora detenuti in carcere, centri di detenzione e stazioni di polizia. Guo Zhenxiang, ottantadue anni, è morta poche ore dopo l'arresto dell'11 gennaio del 2019; Yang Shengjun è deceduto nove giorni dopo il suo arresto del 2 agosto del 2019; Li Yanjie, una donna di quarantuno anni, è deceduta il 7 dicembre del 2019 mentre cercava di sfuggire all'arresto.

Nel mese di gennaio sono stati registrati la maggior parte dei casi, con venti morti. A marzo e a luglio ci sono stati dieci casi ciascuno. Il resto dei nove mesi ha fatto registrare casi a una cifra.

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I decessi confermati hanno avuto luogo in ventitré province e comuni controllati a livello centrale, con la maggior parte dei casi registrata nella provincia dello Shandong (sedici), seguita dall’Heilongjiang (undici) e dal Liaoning (dieci). Le altre province e regioni municipali hanno avuto tutte casi a una cifra.

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Di seguito sono riportati brevemente alcuni dei casi di morte.

Morti in carcere

Shandong: Uomo muore in custodia a quarantacinque anni, la famiglia sospetta abusi psichiatrici e prelievo di organi

He Lifang, residente nella città di Qingdao, è deceduto in custodia cautelare il 2 luglio di quest’anno, due mesi dopo il suo ultimo arresto per aver rifiutato di rinunciare alla sua fede nel Falun Gong.

Quando la famiglia di He ha visto il suo corpo, ha notato un'incisione cucita sul petto e un'incisione aperta sulla schiena. La polizia ha prima affermato che i tagli erano il risultato di un'autopsia e poi ha cambiato versione dicendo che un medico legale sarebbe arrivato a breve; tuttavia nessun dottore si è mai presentato.

I famigliari di He sospettano che gli organi del praticante siano stati prelevati mentre era ancora vivo o poco dopo la sua morte, e che questa sia la vera ragione delle incisioni. Sospettano anche che abbia subito degli abusi psichiatrici, in quanto l'uomo ha perso l'uso della parola in soli diciassette giorni di detenzione.

He Lifang, un praticante del Falun Gong della città di Jimo nella provinciadello Shandong, è morto il 2 luglio 2019.

La morte di He ha segnato la fine dei suoi anni di sofferenza per la sua fede. Il praticante quarantacinquenne è stato ripetutamente arrestato e torturato: una volta è stato picchiato da diciassette detenuti, la sua carta d'identità è stata annulata ed è stato costretto a stare lontano da casa per diciassette anni, onde evitare ulteriori arresti.

Il 5 maggio la polizia ha arrestato He dopo averlo ingannato facendogli visita e fingendo di dover rilasciare una nuova carta d'identità. Il praticante in seguito è stato sottoposto ad alimentazione forzata e probabilmente ad abusi psichiatrici. La sua salute è peggiorata ed è stato portato d'urgenza all'ospedale il 30 giugno.

Oltre 200 agenti di polizia sono stati inviati tra il 30 giugno e il 3 luglio per bloccare i praticanti locali del Falun Gong e i membri della famiglia di He, affinché non si avvicinassero all'ospedale.

He è morto il 2 luglio; tuttavia la sua famiglia non è stata informata fino al giorno seguente, ed è stata costretta ad accettare di far cremare il suo corpo il giorno stesso. Oltre trenta funzionari e quattro furgoni della polizia erano presenti per monitorare il processo di cremazione.

Hebei: Coppia condannata per la loro fede - Il marito muore in detenzione, alla moglie viene vietato di partecipare al funerale o ricevere visite (Contenuto esplicito)

Il 23 novembre del 2019 Wei Qishan, residente nella città di Qinhuangdao, nella provincia dell’Hebei, è deceduto in attesa di un'udienza d’appello. Sua moglie, Yu Shurong, che è stata arrestata con lui il 12 giugno del 2018, non ha potuto partecipare al suo funerale né ricevere visite dai loro due figli e dal suo avvocato.

Wei e Yu sono stati arrestati per essere sospettati dell'affissione di striscioni riguardanti il Falun Gong. In seguito sono stati condannati rispettivamente a sette e a quattro anni di detenzione. Entrambi hanno fatto appello al tribunale intermedio di Qinhuangdao, che non ha ancora fissato l’udienza per i loro casi. La donna è tutt’ora nel centro di detenzione, lo stesso dove nel frattempo è morto suo marito.

Il 23 novembre scorso, intorno alle 21:20, i figli della coppia hanno ricevuto una telefonata dal centro di detenzione, che li avvisava che loro padre si trovava all’ospedale popolare di Qinhuangdao, e che stava morendo.

Siccome entrambi vivono lontani dalla loro città natale, hanno immediatamente contattato la zia, la sorella di Yu, chiedendole di andare in ospedale per vedere cosa era successo.

Dieci minuti dopo, la polizia ha chiamato nuovamente i figli informandoli che l’uomo era appena deceduto.

La cognata di Wei, che si era precipitata in ospedale, ha trovato il corpo del praticante su una barella, ma non in una sala d'emergenza. Non era chiaro se l'uomo avesse ricevuto il primo soccorso o meno.

Osservandolo, la donna ha notato che Wei aveva gli occhi socchiusi, il braccio destro pendeva dalla barella e la manica del maglione era completamente bagnata. Dopo averla arrotolata per controllare, ha visto che il suo braccio era completamente viola, pieno di ematomi.

La salma di Wei Qishan

Una guardia che di cognome fa Zhao, ha affermato che quella sera, intorno alle 20:00, il praticante era caduto in bagno ed aveva colpito violentemente la testa sul pavimento, perdendo conoscenza. Secondo lui, il personale medico del centro di detenzione era intervenuto per rianimarlo, ma dato che l'uomo non riprendeva conoscenza, l'hanno portato in ospedale, dov'è morto poco dopo.

Intorno alle 22:00 sono arrivati in ospedale più di 10 agenti di polizia per trasportare il corpo nella camera mortuaria. La cognata, nel tentativo di fermarli è stata allontanata. Non era permesso che qualcuno accompagnasse la salma.

Heilongjiang: Uomo muore in prigione, la famiglia sospetta il prelievo degli organi ma è costretta a dare il consenso per far cremare il corpo

Wang Decheng, un praticante della città di Harbin, nella provincia dell’Heilongjiang, è morto in circostanze sospette mentre scontava una pena di 10 anni per la sua fede nel Falun Gong.

La famiglia di Wang sospettava che l’uomo potesse essere vittima del prelievo di organi da parte del regime comunista cinese; tuttavia le autorità della prigione di Hulan non hanno permesso loro di avvicinarsi e vedere il suo corpo, e hanno fatto pressione affinché dessero il consenso per far cremare la salma due giorni dopo la sua morte.

Wang Dechen

Wang è stato arrestato il 6 maggio del 2016, e il 28 dicembre è stato condannato a dieci anni di reclusione e al pagamento di una multa di 20.000 yuan (circa 2600 euro).

A fine ottobre di quest’anno, dopo circa tre anni e mezzo di prigionia, la famiglia di Wang ha ricevuto improvvisamente una telefonata dal carcere con la quale sono stati informati che il praticante era stato portato in ospedale.

Quando sono arrivati in ospedale per fargli visita, diverse guardie, dopo averli osservati da vicino, non gli hanno permesso di avvicinarsi né di toccare Wang.

I familiari hanno notato che il praticante aveva problemi alla schiena, e lui aveva detto di avere un forte dolore in quella zona e di non poter muovere la parte inferiore del corpo.

A quel punto la famiglia di Wang ha immediatamente chiesto di rilasciare l’uomo per via delle suegravi condizioni di salute. Il carcere ha subito approvato, tuttavia ha continuato a posticipare la sua liberazione con diverse scuse.

In seguito l'ospedale della prigione ha fatto sapere alla famiglia che Wang aveva un cancro ai polmoni ed hanno chiesto di pagare 5.000 yuan per la cauzione (circa 640 euro) e 7.400 yuan (circa 950 euro) per le spese mediche.

Quando il figlio del praticante ha chiesto perché non avessero fatto delle cure mediche a suo padre, il dottore gli ha risposto che non avevano alcun farmaco per il cancro ai polmoni, ma solo antidolorifici e antibiotici.

Il 17 novembre, un mese dopo che Wang è stato portato in ospedale, il carcere ha informato la famiglia della sua morte.

Non appena la famiglia di Wang è arrivata in ospedale, le guardie carcerarie hanno iniziato a portare il corpo nell'obitorio della struttura.

I familiari hanno supplicato che gli venissero cambiati i vestiti e le guardie del carcere hanno accettato. Tuttavia hanno ordinato al dottore di farlo, non permettendo alla famiglia di avvicinarsi al corpo.

Le guardie hanno messo continuamente pressione sulla famiglia affinché dessero il consenso alla cremazione e nel frattempo due ufficiali hanno sorvegliato il corpo senza permettere a nessuno di avvicinarsi.

C'è una tradizione locale per la famiglia del defunto, quella di mettere la cenere di carta Joss bruciata sul petto prima della cremazione. Quando il figlio di Wang lo ha fatto, le due guardie sembravano estremamente nervose.

Il certificato di morte rilasciato dall'ospedale afferma che è deceduto per ”cause naturali”.

L’uomo è stato cremato il 19 novembre.Suo figlio che inizialmente si era rifiutato di firmare il modulo di consenso, alla fine ha ceduto, convinto dagli altri parenti che erano stati messi sotto pressione dalle autorità.

Durante la cremazione di Wang le autorità hanno proibito alla sua famiglia di svolgere qualsiasi atto commemorativo e di poter dare solo un ultimo sguardo al suo corpo.

Heilongjiang: Donna muore mentre è detenuta per la sua fede, famiglia costretta a dare il proprio consenso per cremare il suo corpo

La quarantatreenne Yang Lihua, residente nella contea di Sunwu, nella provincia dell’Heilongjiang, è deceduta dopo un anno e mezzo di prigione per la sua fede nel Falun Gong.

Yang Lihua

Il 5 novembre di quest’anno la famiglia di Yang è stata informata dalla prigione femminile dell’Heilongjiang che la donna era in condizioni critiche. Quando la sua famiglia si è precipitata in

ospedale, Yang aveva già perso conoscenza e poche ore dopo ha esalato il suo ultimo respiro.

Dopo la morte della praticante i familiari hanno chiesto di vedere la sua cartella clinica, ma una guardia carceraria gli ha mostrato i documenti senza consentire loro di leggere alcun dettaglio.

Quando hanno chiesto perché il suo corpo fosse coperto di lividi, la guardia carceraria ha detto che era per livor mortis (la decolorazione del corpo dopo la morte a causa della stasi del sangue non più pompato dal cuore).

A quel punto hanno richiesto un'autopsia; tuttavia le autorità della prigione hanno affermato che dovevano chiedere l'autorizzazione per eseguirne una, e che i superiori avrebbero impiegato mesi per approvarla.

Le autorità carcerarie alla fine hanno intimato alla famiglia della praticante di firmare un modulo di consenso per far cremare il suo corpo. I suoi cari hanno preso le sue ceneri il 9 novembre e le hanno seppellite.

Yang stava scontando una pena detentiva da tre a quattro anni per aver fatto appello al governo per il diritto di praticare il Falun Gong, dopo che la polizia aveva costretto il distributore di carburante dove lavorava, al suo licenziamento, solo perché era una praticante.

In precedenza tra il 2014 e il 2017 aveva scontato una pena di altri tre anni nella prigione femminile di Heilongjiang per aver scritto "La Falun Dafa è buona" su un palo del telefono. Durante la detenzione, era stata sottoposta a percosse, alimentazione forzata e altre forme di tortura.

Heilongjiang :Madre di una residente negli Stati Uniti muore in carcere nove mesi prima del rilascio programmato, la famiglia sospetta si tratti di omicidio ( link articolo completo in lingua inglese )

Meng Hong, una residente della città di Harbinn, nella provincia dell’Heilongjiang, è mortaimprovvisamente il 26 luglio del 2019, pochi istanti dopo essere stata portata d'urgenza in ospedale.

Secondo la figlia Li Xuesong, residente a San Francisco (Stati Uniti), la prigione femminile dell’Heilongjiang ha chiamato la famiglia della praticante nel pomeriggio del 26 luglio, comunicando che la donna soffriva di ipertensione e aveva un disturbo al cuore. È stato chiesto loro di recarsi immediatamente all'Ospedale n.2 dell'Università medica di Harbin con un po' di contanti, per pagare le sue spese mediche.

Poco dopo l'arrivo della famiglia in ospedale è arrivata anche l'ambulanza che trasportava Meng. I famigliari hanno visto due paramedici eseguirle una rianimazione cardiopolmonare (RCP) all'interno del veicolo. La praticante settantanovenne è stata dichiarata morta dieci minuti dopo essere stata portata al pronto soccorso.

Meng Hong

L'improvvisa morte di Meng è arrivata nove mesi prima della sua prevista liberazione da una pena detentiva di sette anni per non aver rinunciato alla sua fede nel Falun Gong.

La figlia Li sostiene che sua madre aveva una buona salute, sia prima che durante gli anni passati in carcere, e sospetta quindi che si tratti di omicidio.

Shandong: Le autorità le staccano la spina senza il consenso della famiglia

Il 12 luglio del 2019 Li Changfang residente a Linyi, nello Shandong, è deceduta dopo che la polizia le ha rimosso l'approvvigionamento di ossigeno mentre era ancora priva di conoscenza dopo aver appena affrontato un intervento chirurgico.

Li è stata arrestata il 23 ottobre del 2018 perché un anno prima aveva cercato giustizia per una donna locale che era stata perseguitata a morte per aver praticato il Falun Gong. Il 27 marzo del 2019 è stata condannata a due anni e mezzo e multata di 10.000 yuan (circa 1.300 euro).

Il 5 luglio del 2019, la sua famiglia si è precipitata in un ospedale locale dopo essere stata informata che le sue condizioni erano peggiorate ed era in pericolo di vita. Li era ancora vigile e aveva detto di soffrire di dolori addominali da quindici giorni. Aveva lividi sulle cosce e i denti allentati.

Li Changfang era ancora vigile prima dell'intervento.

Le guardie del centro di detenzione di Linyi dove era stata detenuta la praticante, si sono rifiutate di spiegare cosa le era accaduto e quello che poteva aver causato quello stato fisico e le ferite. Inizialmente i dottori hanno affermato che aveva l'appendicite, poi hanno detto che aveva una perforazione gastrica.

Con così tante domande senza risposta, la famiglia di Li ha rifiutato di firmare un modulo di consenso per accettare un intervento chirurgico.

Il 6 luglio, sotto gli ordini del centro di detenzione e della polizia, i medici hanno operato Li, tagliandola dal petto all'addome. Non ha mai ripreso conoscenza ed è rimasta collegata alla bocchetta dell’ossigeno dopo l'intervento chirurgico. La famiglia ha molti dubbi su come questo intervento possa essere collegato ad un dolore addominale.

La mattina del 10 luglio, più di due dozzine di agenti di polizia sono arrivati in ospedale. Quando la famiglia ha rifiutato di firmare la rinuncia per le dimissioni di Li dall'ospedale, la polizia ha arrestato suo marito, suo figlio, sua figlia e suo nipote di sei anni, rilasciandoli solo il giorno seguente.

Il 12 luglio verso le 18:00, quando i familiari non erano presenti, gli agenti del centro di detenzione di Linyin e della stazione di polizia di Dongguan sono entrati nel reparto di Li e le hanno rimosso la bocchetta dell’ossigeno. La praticante è morta poco dopo. Le autorità chiedono ora che la sua famiglia negozi i termini del risarcimento prima di rivelare dove il suo corpo sia ubicato.

La famiglia di Li sospetta che la donna sia stata avvelenata con delle droghe durante il periodo di detenzione. Quando il 5 luglio era arrivata per la prima volta all'ospedale di Linyi, la sua mente era chiara e aveva detto loro cosa era successo nel centro di detenzione che le causava il dolore addominale: era stata costretta a prendere qualche tipo di medicina per diverse volte, e una volta le era stata iniettata della droga sconosciuta.

La praticante sosteneva che, il giorno dopo, l'iniezione le aveva causato del dolore, e dalla vita in giù la sua pelle era diventata rossastra e gonfia, e alla fine viola. Aveva dolori addominali, il suo ventre era gonfio e le aree interne delle sue cosce erano diventate viola ed estremamente doloranti.

Guangxi: Uomo imprigionato nonostante un cancro metastatico, muore tre mesi dopo

Il 23 luglio del 2019 Liao Dawu, un praticante di cinquantasette anni, residente nella città di Qinzhou, nella provincia del Guangxi, è deceduto tre mesi dopo essere stato imprigionato nonostante i suoi gravi problemi di salute, tra cui un cancro gastrico metastatico.

L’uomo, un’agente immobiliare, è stato arrestato il 17 luglio del 2018 mentre aspettava il rilascio di un praticante del Falun Gong detenuto per la sua fede. Successivamente è stato condannato a due anni di carcere con una multa di 10.000 yuan (circa 1.300 euro).

Dopo otto mesi di carcere nel centro di detenzione di Qinzhou, Liao ha sviluppato gravi disturbi, tra cui il cancro metastatico del cuore, un'infezione polmonare e l'accumulo di liquidi nella cavità toracica.

Il 9 aprile del 2019 L'ufficio 610 di Qinzhou, un'agenzia extralegale creata appositamente per perseguitare il Falun Gong, ha ordinato ai funzionari di mandare Liao nella prigione di Beihai, senza rivelare le sue condizioni di salute.

La famiglia del praticante ha richiesto più volte all'Ufficio 610 e alla prigione di Beihai di farlo rilasciare, ma non ha mai ricevuto risposta.

All'inizio di luglio Liao è stato trasferito all'ospedale di Xinkang, un edificio sotto la giurisdizione della prigione di Litang. Il praticante è morto due settimane dopo.

Hubei: Negata la libertà condizionata per motivi medici. Uomo gravemente malato muore imprigionato per la sua fede.

Il 30 novembre 2019 il sessantasettenne Li Dayao, residente nella città di Jingzhou, nella provincia dell’Hubei, è deceduto mentre era in carcere per la sua fede nel Falun Gong.

Li Dayao

Li è stato arrestato il 20 settembre del 2017 e condannato a quattro anni il 9 aprile del 2018.

È stato detenuto nel centro penitenziale della contea di Jianli per un anno, prima di essere inviato nella prigione di Fanjiatai il 5 settembre del 2018. Le guardie del centro di detenzione lo hanno costretto a prendere dei farmaci per la pressione alta, nonostante non avesse quel disturbo. Durante la detenzione il suo peso era sceso da navantuno a sessantotto chilogrammi.

Nella prigione di Fanjiatai, Li è stato costretto ai lavori forzati, anche quando le sue mani erano diventate insensibili.

Il praticante è stato ricoverato in ospedale tra dicembre 2018 e gennaio 2019. Dalle analisi fatte gli erano stati diagnosticati un gran numero di calcoli biliari; tuttavia la prigione non gli ha permesso di sottoporsi a un intervento chirurgico per rimuoverli. Gli sono stati dati solo alcuni antidolorifici e antibiotici.

Le condizioni di salute di Li sono improvvisamente peggiorate nell'agosto del 2019, e quando la sua famiglia gli ha fatto visita in quel periodo, aveva difficoltà a parlare. Quando i famigliari sono tornati a trovarlo il 12 settembre, il praticante era già stato trasferito all'ospedale della prigione di Changlin, dopo essere rimasto paralizzato e totalmente incapace di parlare.

Alla famiglia non è stato permesso di vederlo in ospedale. La loro richiesta di farlo rilasciare in libertà condizionale è stata respinta.

La salute di Li ha continuato a peggiorare nei mesi successivi e a fine novembre del 2019 è deceduto.

Morti dopo il rilascio

Liaoning: Uomo muore tre mesi dopo il rilascio dalla prigione

Il praticante Zheng Decai, ottantaquattro anni, residente nella città di Dalian, nella provincia dello Liaoning, è morto tre mesi dopo aver finito di scontare una condanna di un anno e mezzo per la sua fede nel Falun Gong.

È stato arrestato il 4 settembre del 2017 dopo essere stato denunciato per aver parlato alla gente del Falun Gong. Successivamente è stato detenuto per trentasette giorni e poi rilasciato su cauzione a causa della sua salute precaria.

Il 27 marzo del 2018 Zhu Wenwen, un ufficiale della stazione di polizia di Guangmingshan, è andato a casa di Zheng e gli ha chiesto di andare in tribunale per firmare una dichiarazione in cui prometteva di rinunciare al Falun Gong. Poi ha minacciato di mandarlo in prigione se avesse rifiutato di farlo.

Il giorno successivo Zhu ha portato il praticante in tribunale, e poiché Zheng aveva perso l'udito dopo essere stato picchiato dalla polizia nel 2000, non sapeva cosa Zhu stesse dicendo durante l'interrogatorio. L'ufficiale ha poi scritto che Zheng aveva ammesso la sua “colpa” di praticare il Falun Gong.

Quindi Zhu ha portato il praticante in ospedale per un controllo e in seguito lo ha tenuto in detenzione dicendo che sarebbe dovuto comparire in tribunale dopo qualche giorno.

Il 12 aprile del 2018 Zheng è stato processato dal tribunale di Zhuanghe e nel frattempo il suo avvocato ha presentato un appello per la sua innocenza.

La famiglia di Zheng è venuta a conoscenza della pena inflitta solo l’11 giugno del 2018, quando sono andati al centro di detenzione locale per raccogliere le sue cose, come ordinato dalle autorità. Questa era la seconda volta che il praticante veniva condannato per la sua fede, dopo una precedente pena di tre anni e mezzo nel 2010.

Il 12 giugno del 2018 Zheng è stato portato nella prigione di Nanguangling, dove non è stato ammesso perché non idoneo all'esame medico, e rimandato al centro di detenzione. Due giorni dopo ha avuto sintomi di ipertensione e una frequenza cardiaca anormale; inoltre tossiva del sangue.

Quando il centro di detenzione ha finalmente permesso alla famiglia di fargli visita dopo la loro forte insistenza, sono rimasti pietrificati quando hanno visto Zheng portato da loro in sedia a rotelle.

Il 6 agosto del 2018, nonostante le sue condizioni, il praticante è stato accettato dalla prigione di Dalian, e durante la sua prigionia alla famiglia non è mai stato permesso di fargli visita.

Il 19 agosto del 2019, quando Zheng è stato rilasciato, le sue condizioni di salute erano molto precarie, non riusciva a camminare e aveva un disturbo alimentare.

Inoltre la polizia e dei funzionari locali del villaggio lo hanno molestato prima del settantesimo anniversario della fondazione del regime comunista del primo ottobre, e gli hanno requisito una foto del fondatore del Falun Gong.

Zheng è deceduto il 21 novembre di quest’anno.

Henan: Subisce una tracheotomia in prigione e sviluppa un cancro, muore pochi mesi dopo

Zheng Xianjin, un ex uomo d'affari della città di Huaiyang, ha sviluppato un cancro alla gola a causa dei continui abusi ricevuti mentre era in prigione per la sua fede nel Falun Gong. È morto meno di un anno dopo essere stato rilasciato in libertà vigilata, all’età di cinquantasette anni.

Zheng è stato ripetutamente arrestato negli ultimi vent’anni perché si è rifiutato di rinunciare alla sua fede, ed ha trascorso quasi tredici anni dietro le sbarre, tra campi di lavoro forzato e prigioni.

Il praticante e sua moglie Wang Haomei, sono stati arrestati l'ultima volta nel luglio del 2016, ed entrambi sono stati condannati a cinque anni di carcere.

Zheng è stato condannato a scontare una pena nella prigione di Xinmi. Durante la detenzione la sua salute è peggiorata rapidamente, e non riusciva più a mangiare. È stato costretto ad essere alimentato con cibo fluido, somministratogli attraverso un tubo. Dopo essere stato sottoposto ad una tracheotomia presso l’ospedale della prigione, il praticante ha sviluppato un cancro alla gola ed stato rilasciato in libertà vigilata verso la fine del 2018.

Poiché continuamente perseguitato, la maggior parte dei suoi risparmi e beni personali sono stati confiscati durante i numerosi raid della polizia. Non potendo permettersi cure mediche, e abitando da solo ha fatto fatica a prendersi cura di sé stesso.

Sua moglie è ancora imprigionata nel carcere femminile di Xinxiang, e non gli è stato concesso di dare un ultimo saluto a suo marito quando l’11 agosto è deceduto.

Shandong: Una docente universitaria imprigionata per la sua fede contrae il cancro alle ovaie. Muore quattordici mesi dopo il rilascio

Zhang Xiaojie, una docente universitaria della città di Qinhuangdao, nella provincia dello Shandong, è stata torturata senza sosta durante la detenzione per la sua fede nel Falun Gong. Ha sviluppato un carcinoma ovarico mentre era in carcere, ed è deceduta all’età di cinquantuno anni, quattordici mesi dopo il suo rilascio.

Zhang è stata arrestata il 10 giugno del 2013 insieme ad altri sedici praticanti del Falun Gong. La polizia le ha confiscato due auto e oltre un milione di yuan (circa 131.000 euro) in contanti su cui erano stati stampati sopra messaggi sul Falun Gong.

Durante la sua detenzione nel centro di Qinhuangdao, le guardie hanno ordinato ai detenuti di versarle addosso dell'acqua fredda, di schiaffeggiarla in faccia e di usare spray al pepe.

Quando si è lamentata degli abusi, le guardie hanno reagito mettendogli alle mani e ai piedi delle catene che pesavano diverse dozzine di chili, immobilizzandola per due settimane.

Verso la fine del 2014, Zhang è stata trasferita nella prigione femminile della provincia dell’Hebei, dopo essere stata condannata a cinque anni. Non le era permesso di incontrare la sua famiglia o di chiamarli.

Quattro detenuti la sorvegliavano e la sottoponevano al lavaggio del cervello tutto il giorno, costringendola ad ascoltare o guardare programmi calunniosi che attaccavano il Falun Gong, per quasi diciannove ore ogni giorno. I detenuti le ordinavano spesso di mettere le impronte digitali su dichiarazioni preparate per rinunciare al Falun Gong o di maledire il suo fondatore. Quando si rifiutava di aderire, i detenuti la picchiavano, le tiravano i capelli e talvolta le calpestavano le mani, per costringerla a firmare.

Durante la sua detenzione non aveva il permesso di fare la doccia, e ogni mattina doveva chiedere ai detenuti l’autorizzazione per potersi lavare il viso o i denti. Emanava un forte odore a causa del fatto che non le era consentito di lavarsi regolarmente. I suoi compagni di cella spesso la abusavano verbalmente e la umiliavano.

I detenuti hanno negato a Zhang il diritto di acquistare beni di prima necessità, compresi gli assorbenti; loro invece potevano usare il denaro a loro piacimento. I carcerati hanno anche sostituito il nuovo cuscino della praticante, l'appendiabiti e persino i suoi articoli da bagno con altri usati.

Come risultato delle dure torture mentali e fisiche a lungo termine, la salute di Zhang è peggiorata rapidamente. All’inizio del 2018 gli è stato trovato un tumore ovarico, tuttavia la prigione ha rifiutato di fornirle un trattamento.

Quando è stata rilasciata nel giugno del 2018, il tumore era diventato piuttosto grande.

Al suo ritorno a casa, Zhang era rimasta sconvolta nello scoprire che era stata licenziata e le avevano negato le prestazioni pensionistiche dal suo posto di lavoro, la Qinghuangdao Senior Vestibule School.

Dato che i suoi risparmi e i suoi oggetti più preziosi erano stati confiscati dalla polizia durante i controlli fatti nell’appartamento nel 2013, la praticante era diventata nullatenente.

Zhang soffriva tremendamente e non riusciva a dormire nei suoi ultimi giorni. È deceduta il 24 agosto del 2019.

Morti a causa di molestie e persecuzioni a lungo termine

Heilongjiang: Donna muore dopo vent'anni di persecuzione per la sua fede, cercando di sfuggire all’ennesimo arresto

Il 7 dicembre del 2019, verso le 20:00, una squadra di agenti di polizia ha bussato alla porta dell'appartamento di Li Yanjie e di Gong Fengqiang, due residenti della contea di Yanshou, nella provincia dell’Heilongjiang. Li, di quarantuno anni, ha tentato di chiamare la sua famiglia per chiedere aiuto, scoprendo però che il segnale del cellulare era stato bloccato.

La coppia ha poi sentito la polizia bussare alla porta del vicino dall'altra parte del corridoio, chiedendo se sapevano qualcosa di Gong.

La coppia non è riuscita a sentire chiaramente la risposta del vicino, tuttavia ha sentito la polizia bussare di nuovo alla porta e chiamare un fabbro. Passati trenta minuti, il fabbro non si era ancora presentato, ed hanno sentito gli ufficiali parlare di procurarsi una motosega per aprire la porta di metallo.

Avendo subito vent’anni di molestie, incarcerazioni e torture per non aver rinunciato alla loro fede, Gong di quarantotto anni e sua moglie Li non volevano più vivere lo stesso incubo e hanno deciso di fuggire dal loro appartamento situato al sesto piano.

Hanno costruito una corda legando insieme più lenzuola e tende e l’hanno fissata alla finestra.

Nel frattempo il rumore della porta che veniva tagliata diventava sempre più forte, e proprio mentre stavano per sfondarla, i due praticanti sono usciti dalla finestra, uno dopo l'altro, e sono scesi lungo la corda improvvisata.

Arrivati all’altezza del quarto piano, le lenzuola annodate si sono staccate e sono caduti al suolo.

Diverse ore dopo Gong si è ritrovato accanto il corpo senza vita di sua moglie.

Gli ufficiali erano ancora nella loro casa al piano di sopra. Probabilmente non si aspettavano che Gong fosse sopravvissuto alla caduta.

Malridotto e pieno di dolori, Gong è fuggito dal luogo della caduta per evitare l'arresto.

All'alba la polizia ha rimosso il corpo di Li. Le lenzuola appese alla finestra sono state portate via e la porta rotta è stata sostituita con una nuova.

La mattina del 9 dicembre, la polizia ha trovato i genitori di Li, entrambi sulla sessantina, e li ha minacciati per scoprire dove si trovava Gong, senza menzionare una parola sulla morte della figlia.

Shanghai: uomo incarcerato tredici anni per la sua fede muore alcuni mesi dopo l'ultimo arresto( link articolo completo in lingua inglese )

Il 26 novembre scorso Jiang Yong, un residente di Shanghai, è morto all’età di cinquantuno anni, dopo aver avuto un'emorragia cerebrale a seguito del suo ultimo arresto per aver praticato il Falun Gong.

Jiang sosteneva che grazie al Falun Gong fosse guarito dall'ulcera duodenale che lo aveva disturbato per quindici anni. Poiché ha tenuto fede alla pratica, è stato condannato due volte, per un totale di tredici anni. Durante la sua detenzione nella prigione di Tilanqiao, è stato brutalmente torturato.

Meno di cinque anni dopo essere stato rilasciato dalla sua seconda pena detentiva, il 24 aprile del 2019 la polizia ha arrestato Jiang per la terza volta e ha saccheggiato di nuovo la sua casa. Nello stesso giorno ha avuto un ictus, ed è stato rilasciato su cauzione due giorni dopo, poiché il centro di detenzione locale ha rifiutato di ammetterlo.

Tuttavia le autorità hanno continuato a molestare il praticante dopo il suo ritorno a casa. In occasione del settantesimo giorno nazionale del Partito Comunista, ricorrente il primo ottobre, la polizia lo ha tenuto sotto controllo tutto il tempo, seguendolo ovunque andasse per sette giorni.

Jiang era profondamente turbato dalla stretta sorveglianza; di conseguenza il 19 novembre ha avuto una grave emorragia cerebrale, ed è morto sette giorni dopo.

Hunan: Maestra d'asilo incarcerata per la sua fede, muore in agonia( link articolo completo in lingua inglese )

Luo Dan, una residente della città di Liuyang, nella provincia dell’Hunan, è deceduta il 1° dicembre del 2019 all’età di cinquant’anni, dopo aver subito anni di persecuzioni per la sua fede nel Falun Gong.

Luo aveva iniziato a praticare il Falun Gong con i suoi genitori nell'ottobre del 1997. Due anni dopo, con l’inizio della persecuzione, la famiglia è stata ripetutamente molestata per la loro fede nella pratica. Anche la scuola materna dove lavorava la praticante era stata messa sotto pressione dalle autorità affinché la donna venisse licenziata.

Luo Dan

Nel novembre del 2006 Luo è stata arrestata per aver distribuito materiale informativo sul Falun Gong. In seguito il suo appartamento è stato saccheggiato dalla polizia ed è stata condannata ad un anno e mezzo di lavoro forzato nel campo di Baimalong. É stata costretta a fare un lavoro non retribuito e ha subito abusi per aver sostenuto la sua fede.

Il 7 aprile del 2014 Luo è stata nuovamente arrestata e successivamente condannata a quattro anni di prigione il 25 agosto, all'insaputa della sua famiglia.

Come ritorsione per non aver rinunciato alla sua fede, la prigione non ha permesso alla praticante di ricevere visite da suo padre, ne di poterlo contattare telefonicamente o con delle lettere.

Le guardie hanno costretto nuovamente Luo ai lavori forzati e l'hanno torturata, costringendola a indossare una camicia di forza per poi appenderla per ore. La maggior parte delle torture non ha causato lesioni esterne visibili, ma ha portato a gravi lesioni interne.

Le autorità hanno continuato a molestare Luo anche dopo che la donna era stata rilasciata. Per sostenere se stessa e suo padre, aveva trovato lavoro in una libreria nel giugno del 2018. Tuttavia, solo pochi giorni dopo aver iniziato a lavorare, le autorità hanno costretto il proprietario della libreria a licenziarla.

Nell’agosto del 2018 Luo aveva trovato un altro lavoro, come addetta alle vendite per un negozio di abbigliamento. Tuttavia la polizia l'ha arrestata di nuovo e l'ha mandata nel centro di lavaggio del cervello di Laodaohe.

Dopo essere stata liberata dal centro di lavaggio del cervello, mentre ancora cercava di riprendersi dai problemi di salute causati dagli abusi subiti in prigione, si era ammalata. Era diventata emaciata ed era costretta a stare a letto.

È deceduta il 1 dicembre del 2019 dopo atroci sofferenze, lasciandosi alle spalle il padre di ottant’anni.

Shandong: Donna muore due mesi dopo essere stata arrestata per aver praticato il Falun Gong

Li Furong, una residente della città di Qingdao, nella provincia dello Shandong, si è ammalata dopo aver subito un trauma in seguito al suo arresto e al periodo di detenzione per aver praticato il Falun Gong. Dopo aver sopportato costanti molestie e interrogatori a casa sua da parte della polizia, le sue condizioni di salute erano continuate a peggiorare. É deceduta il 15 ottobre del 2019, all'età di settantotto anni.

Li è stata arrestata il 6 agosto del 2019, dopo essere stata denunciata per aver distribuito materiale informativo sul Falun Gong e aver parlato alla gente della pratica e della persecuzione.

Nel pomeriggio gli ufficiali della stazione di polizia della città di Lingshanwei hanno saccheggiato il suo appartamento e hanno confiscato i suoi libri del Falun Gong e altro materiale correlato alla pratica.

Più tardi, in seguito al suo rilascio, Li era costretta a stare a letto e non era più in grado di mangiare.

La polizia è andata a casa sua cinque volte durante i due mesi successivi al suo arresto, interrogandola e fotografandola senza permesso.

Alla fine Li è caduta in coma e successivamente è deceduta.

Un residente di Pechino in libertà vigilata per aver praticato il Falun Gong,

muore qualche settimana dopo aver subito delle molestie ( link articolo completo in lingua inglese)

Il 29 gennaio del 2019 Hou Junwen, un professionista in pensione, è deceduto qualche settimana dopo essere stato dotato di un dispositivo elettronico di monitoraggio e molestato dalle autorità, mentre scontava in libertà vigilata la condanna per aver praticato il Falun Gong.

Hou è stato arrestato nel maggio del 2017 dopo essere stato denunciato per aver distribuito materiale informativo sul Falun Gong. Gli ufficiali della stazione di polizia di Hepingjie hanno confiscato i suoi libri del Falun Gong e altri oggetti personali. Il centro di detenzione ha rifiutato di ammettere Hou a causa delle sue condizioni di salute ed il praticante è stato rilasciato su cauzione.

In seguito Hou è stato processato dal tribunale di Wenyuhe, il 29 settembre 2017, e a dicembre è stato condannato a due anni di carcere con una multa di 4.000 yuan (circa 520 euro)

Il praticante aveva fatto appello al Tribunale intermedio n.3 di Pechino, che ha tenuto un'udienza il 31 gennaio del 2018, e ha confermato la sua sentenza. Gli era stato ordinato di prestare servizio fuori dalla prigione per scontare la pena, a causa delle sue cattive condizioni di salute.

Nel gennaio del 2019 Hou è stato molestato da membri del personale dell'ufficio di giustizia locale e costretto a indossare un braccialetto elettronico di monitoraggio, quattro mesi prima della scadenza della condanna. Profondamente angosciato dalla stretta sorveglianza, si è ammalato gravemente ed è morto poche settimane dopo.

Scarica un elenco di praticanti del Falun Gong morti per persecuzione nel 2019.

Altri casi di morte possono essere trovati qui.

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