(Minghui.org) A novembre di quest’anno sono stati segnalati 14 casi di praticanti del Falun Gong perseguitati a morte per aver sostenuto la loro fede, portando il numero totale dei decessi segnalati da inizio anno a 188.
Il Falun Gong, anche noto come Falun Dafa, è una pratica meditativa basata sui principi di Verità, Compassione e Tolleranza introdotta in pubblico nel 1992. Negli anni a seguire, milioni di cinesi hanno abbracciato i suoi profondi insegnamenti, ottenendo benefici sulla salute e benessere. Il regime comunista cinese ha temuto la sua crescente popolarità e, nel luglio 1999, ha lanciato una campagna a livello nazionale per sradicare il Falun Gong. La persecuzione continua ancora oggi.
A eccezione di un decesso risalente al dicembre 2004 e uno al maggio 2012 gli altri 12 casi si sono verificati quest’anno. A causa della stretta censura dell’informazione da parte del regime comunista cinese è molto probabile che il numero delle vittime della persecuzione sia in realtà molto più alto.
Le province dello Jilin e dell’Anhui hanno registrato tre vittime a testa, la Mongolia Interna due e le restanti sei province: Gansu, Guangdong, Henan, Hunan, e Liaoning, hanno riportato un caso ciascuna.
I 14 praticanti deceduti includono nove donne e cinque uomini. Si conosce l’età solo di 11 praticanti: il più giovane aveva 51 anni e il più anziano 84.
La maggior parte dei praticanti ha subito violenti pestaggi e torture, durante la prigionia, prima del decesso. Una donna di 66 anni è morta mentre era in prigione. Un’altra, sulla settantina, è morta il giorno dopo il suo rilascio dalla custodia cautelare. Una donna di 69 anni è morta dopo che la polizia l’ha messa in un centro di detenzione. Un uomo sulla settantina ha perso la vista dopo essere stato torturato in un centro di detenzione.
Un uomo di 51 anni è stato picchiato in un centro di detenzione, ha vomitato sangue e perso conoscenza per una settimana. E’ stato rimandato a casa, ma ha iniziato a soffrire di ascite e non poteva permettersi un medico. Sua moglie, anche lei praticante del Falun Gong, è stata mandata in un campo di lavoro forzato. Una donna 78enne, in seguito alle torture, ha visto la salute deteriorarsi al punto da non essere più autosufficiente. Mentre scontava una condanna di tre anni a casa le autorità hanno continuato a molestarla due volte al mese, finché è morta. Un’altra donna 61enne non si è mai ripresa dalle torture e dalle iniezioni di farmaci tossici a cui è stata sottoposta mentre era in prigione, ed è morta.
La pensione di un uomo di 84 anni è stata decurtata per anni a causa della sua pratica. Quando le autorità hanno cercato di fargli restituire le somme pensionistiche che aveva ricevuto in passato, è stato colpito da ictus ed è morto.
Qui di seguito riportiamo brevi resoconti di 11 dei 14 decessi registrati a novembre 2023. La lista dei 14 praticanti può essere scaricata qui (PDF)
Liaoning, notizie tardive: Uomo torturato a morte 19 anni fa per aver praticato il Falun Gong
Un uomo di Daishiqiao, nella provincia del Liaoning, è morto il 4 dicembre 2004 per le ferite riportate in seguito alle torture subite in prigione per la sua pratica del Falun Gong. Aveva 51 anni.
Jiang Dejin aveva problemi a quasi tutti gli organi interni, fra cui reni, stomaco e cuore. Aveva anche bassi livelli di zucchero nel sangue e un insufficiente apporto di sangue al cervello. Era sempre debole e gli mancavano le forze. Dopo aver intrapreso la pratica del Falun Gong aveva pienamente riacquistato la salute.
Le autorità di Dashiqiao avevano garantito una ricompensa di 2.000 yuan (circa 260 euro), nel maggio 2002, per chi avesse arrestato un praticante del Falun Gong. Il capo della polizia Zhan Wi e Han Dan, direttore del comitato di strada, hanno arrestato Jiang. Le autorità l’hanno trattenuto in un carcere locale, e poi l’hanno trasferito al centro di detenzione di Dashiqiao.
I compagni di cella di Jiang lo frustavano con fili di metallo leggeri. Dicevano che usando fili leggeri le ferite sarebbero state per lo più interne e non ci sarebbe stato alcun segno visibile all’esterno.
Jiang continuava a vomitare sangue poi è svenuto. Quando è stato portato in ospedale, il medico non riusciva a prelevargli sangue dal braccio perché ne aveva perso troppo. Dopo molti sforzi è riuscito a prelevarglielo da una gamba. E’ rimasto in coma per una settimana. La sua famiglia non ha avuto il permesso di andarlo a trovare durante quel periodo. Il direttore del centro di detenzione in seguito l’ha rilasciato.
E’ rimasto allettato per oltre un mese. Quando ha potuto finalmente alzarsi e camminare, una patologia epatica gli ha causato un edema sistemico. A quell’epoca la moglie era reclusa al campo di lavoro forzato di Masanja. Non poteva permettersi di andare in ospedale o di pagare qualcuno perché lo assistesse. La polizia ha anche messo degli uomini fuori da casa sua a sorvegliarlo. E’ morto circa un anno e mezzo dopo, il 4 dicembre 2004.
Donne muoiono dopo essere state torturate e non autorizzate a praticare il Falun Gong
Xu Guizhi di Yushu, nella provincia del Jilin ha visto la sua salute deteriorarsi dopo essere stata torturata in prigione dal 2019 al 2021. Dopo il rilascio, non le è stato consentito di praticare il Falun Gong ed è morta due anni dopo, a gennaio di quest’anno all’età di 69 anni. Le guardie della prigione femminile della provincia dello Jilin la picchiavano e torturavano per costringerla a rinunciare alla sua fede. Le torture le hanno deteriorato la salute e lei ha iniziato a soffrire di diabete, incontinenza, e aveva difficoltà a camminare.
Dopo esser stata rilasciata nel 2021, la sua famiglia, terrorizzata dalla persecuzione, le ha proibito di riprendere a praticare. La sua salute ha continuato a deteriorarsi e infine è morta.
Mongolia Interna: Incarcerata per 13 anni, praticante muore sei giorni dopo un ulteriore arresto per la sua fede nel Falun Gong
Una residente della contea di Tuquan, Lega dell’Hinggan, Mongolia Interna, è morta sei giorni dopo essere stata arrestata a marzo di quest’anno, mentre era in visita alla figlia a Changchun, nella provincia dello Jilin.
Liang Lixin aveva iniziato a praticare la Falun Dafa nel 1997. In seguito alla persecuzione è stata internata in un campo di lavori forzati a febbraio 2001 per due anni e mezzo. E’ stata condannata al carcere nel 2004 e a tre anni e mezzo nel 2013.
Si è trasferita a Changchun per vivere con sua figlia. La polizia locale l’ha arrestata nel marzo di quest’anno e reclusa nel centro di detenzione di Jiutai. In seguito l’ha trasferita al centro detentivo di Changchun, dove poi è morta sei giorni dopo.
Lo privano della pensione, ex vice capo dell’ufficio risorse idriche muore per l’angoscia
Li Dianxing, un residente di Huaihua, nella provincia dell’Hunan, è stato molestato di continuo dalle autorità locali. Un impiegato della previdenza sociale e delle risorse umane della contea di Yuanling è andato a casa sua il 3 aprile scorso e gli ha chiesto di restituire parte della pensione che aveva percepito. Gli ha detto che, siccome mentre scontava la pena precedente non avrebbe avuto diritto a percepire i benefici pensionistici, doveva restituire tutti le somme ricevute durante quel periodo. Li si è arrabbiato e agitato così tanto che gli è venuto un ictus emorragico. E’ morto poco dopo quello stesso giorno. Aveva 84 anni.
Li era un ingegnere e vice capo dell’ufficio risorse idriche. Le sue malattie croniche allo stomaco, ai polmoni e l’artrite reumatoide erano scomparsi dopo che ha imparato il Falun Gong nel 1998.
Era stato arrestato il 17 marzo 2020 dalla polizia della contea di Yuanling per aver distribuito i volantini del Falun Gong e detenuto per 15 giorni.
La polizia lo aveva arrestato un’altra volta a novembre 2020, dopo che aveva messo un volantino del Falun Gong su un’auto. Il tribunale della contea di Yuanling lo aveva condannato a sei mesi e multato di 2.000 yuan (circa 260 euro) il 30 novembre 2021. Ha fatto appello al tribunale intermedio di Hauihua che ha confermato il verdetto originale l’8 febbraio dello scorso anno. E’ stato trasferito al carcere di Wangling, nella contea di You, il 14 luglio dello scorso anno e dopo ha sofferto di ipertensione, gotta e febbre, tutto dovuto alle torture subite.
Mentre era in prigione l’ufficio della previdenza sociale e delle risorse umane della contea di Yuanling ha segretamente ritirato tutti i risparmi della pensione per un totale di 1.118,64 yuan (circa 150 euro). Quando è stato rilasciato il 13 gennaio di quest’anno non aveva contanti e mezzi per sopravvivere.
Due mesi dopo, il 24 marzo, il personale dello staff delle risorse umane si è recato a casa sua per chiedergli la restituzione del trattamento pensionistico ricevuto in precedenza. Lui si è rifiutato e ha controbattuto che la pensione è un bene personale guadagnato attraverso anni di duro lavoro.
Le autorità sono tornate di nuovo il 3 aprile e l’hanno costretto a firmare dei documenti per restituire la pensione. A causa della rabbia ha avuto un’emorragia cerebrale ed è morto quel giorno stesso.
Insegnante di inglese muore dopo continue molestie e intimidazioni
Il signor Wang Maojie della contea di Tonghe, nella provincia dell’Heilongjiang, è morto ad aprile di quest’anno all’età di 53 anni in seguito ad anni di persecuzione.
Wang insegnava inglese nella città di Nohe. A causa della persecuzione è stato ripetutamente arrestato e detenuto. Quando è stato recluso nel centro di detenzione di Tonhe per 157 giorni, le guardie gli hanno messo delle catene che pesavano 24 kg destinate di solito ai condannati a morte. In un’occasione un detenuto lo ha picchiato sul fianco con un tubo di plastica spesso, finché non ha visto uscire del sangue da sotto i pantaloncini. In seguito alle torture gli arti hanno sviluppato ulcere e prudevano in modo insopportabile.
Ricostruzione della tortura: catene pesanti Il 15 dicembre 2016 un giudice del tribunale della contea di Tonghe ha condannato Wang a un anno da scontare nella prigione di Hulan. Dopo il rilascio il capo dell’ufficio 610 locale, assieme agli agenti della stazione di polizia di Nonghe, ha continuato a molestarlo e a intimidirlo.
Pestaggi e iniezioni di farmaci sconosciuti causano la morte di una donna della Mongolia Interna
Il 15 settembre scorso la signora Li Ping è morta, a sei giorni dal suo 61esimo compleanno. Non ha retto alle torture fisiche, alla somministrazione di farmaci tossici e allo stress mentale subiti nei cinque anni trascorsi in prigione, a causa della sua fede nel Falun Gong. Le guardie hanno ordinato ai detenuti di mischiare farmaci sconosciuti al suo cibo. Siccome lei si rifiutava di mangiare il cibo manomesso, le hanno somministrato i farmaci tossici per via endovenosa. Due giorni prima del rilascio, il 12 agosto 2019, le guardie l’hanno fatta rimanere seduta su unpiccolo sgabello per nove ore, perché aveva fatto gli esercizi della Falun Dafa.
Prima dei cinque anni di carcere nel 2015 Li era stata tenuta due volte in centri per il lavaggio del cervello e aveva scontato due anni e mezzo in un campo di lavori forzati.
Donna muore nel carcere dello Jilin a causa delle torture subite
La signora Gu Jinfen di Yanji, nella provincia dello Jilin, è stata arrestata ad aprile di quest’anno da un agente della Stazione di polizia di Beishanjie per aver parlato alle persone del Falun Gong. La polizia l’ha rilasciata su cauzione, ma ha lo stesso presentato il caso alla procura locale. Lei è stata quindi costretta a vivere lontano da casa e a nascondersi dalle autorità, perché l’avevano incriminata.
Non appena è ritornata, mesi dopo, la polizia l’ha arrestata e riportata in custodia cautelare. E’ stata subito condannata alla detenzione e portata al carcere femminile di Changchhun. E’ morta in prigione il 1° ottobre scorso. Aveva 66 anni.
La polizia continua a molestare una donna malata finché non muore
La signora Su Xianghong, residente a Zhongshan, nella provincia del Guangdong, è stata arrestata il 12 luglio 2019 da agenti dell’ufficio 610 di Tanzhou e dall’ufficio di sicurezza interna. La sua salute si è deteriorata dopo la reclusione di oltre un anno. E’ stata torturata fino al punto di non essere più autosufficiente. Nonostante la sua salute precaria, il tribunale le ha inflitto una pena detentiva di tre anni che le è stato permesso di scontare a casa. Le autorità hanno continuato a molestarla due volte al mese fino alla sua morte, avvenuta il 12 ottobre di quest’anno. Aveva 78 anni.
Donna arrestata per aver parlato della persecuzione, muore due giorni dopo essere stata rilasciata
La signora Xu Lixia, di Ma’anshan, nella provincia dell’Anhui, è stata arrestata il 23 ottobre di quest’anno da agenti della sicurezza interna del distretto di Yushan mentre parlava alla gente della persecuzione del Falun Gong. La polizia l’ha rilasciata il 24 ottobre e il giorno dopo è morta. Aveva più di settant’anni. I suoi familiari hanno cercato giustizia per lei, ma le autorità li hanno costretti a farne cremare il corpo il 5 novembre.
La sorella minore di Xu, Liping, è stata arrestata con lei e da allora è reclusa nel centro di detenzione di Ma’anshan. Quest’anno, prima che la sorella morisse, aveva anche subito la perdita del marito e di un’altra sorella, a causa della persecuzione.
Jilin: Praticante con problemi di salute dopo aver scontato tre anni e mezzo per la sua fede, muore cinque anni dopo
La signora Zhang Xiuxiang, residente a Changchhun nella provincia dello Jilin, è stata arrestata il 7 aprile 2015 e condannata a tre annni e mezzo di prigione il 27 ottobre dello stesso anno. Mentre era nel carcere femminile dello Jilin, ha subito continue torture. Quando è stata rilasciata il 7 ottobre 2018 versava in pessime condizioni di salute. É diventata anche disabile ma, nonostante ciò, la polizia andava ancora a casa sua per molestarla. E’ morta il 5 novembre di quest’anno. Aveva più di settant’anni.
Rievocazionedella tortura: seduta su un piccolo sgabello per un lungo periodo di tempo
Quando Zhang è arrivata al carcere femminile della provincia dello Jilin, le autorità carcerarie hanno ordinato alle altre detenute di toglierle i vestiti. L’hanno costretta a tenere una targa penale con un numero e l’hanno fattografata nuda. Successivamente non le hanno permesso di indossare indumenti intimi sotto la giacca e i pantaloni.
Le guardie l’hanno fatta rimanere seduta su un piccolo sgabello alto 18 cm dalle 5:30 alle 21:00 ogni giorno. Doveva guardare davanti a sè, con la schiena dritta e le ginocchia che si toccavano. Doveva tenere le mani sulle gambe e non poteva né parlare né muoversi. La posizione forzata le ha causato mal di schiena e le ha fatto gonfiare le gambe. Le sporgenze sul sedile le graffiavano i glutei e le ferivano la pelle, così la carne le andava in cancrena. Mentre era seduta le guardie inveivano contro di lei e la costringevano a guardare filmati in cui si diffamavano il Falun Gong e il suo fondatore.
Uomo muore in ospedale dopo anni di persecuzione
Un uomo sulla settantina che viveva a Pingdingshan, nella provincia dell’Henan, è stato arrestato a settembre del 2019. E’ stato picchiato selvaggiamente mentre era in un centro di detenzione e ha perso la vista un mese dopo essere stato rilasciato. La polizia ha continuato a molestarlo e la sua salute è peggiorata. Il sito Minghui ha confermato che il suo decesso è avvenuto nel novembre scorso, mentre era ricoverato presso l’ospedale di Chongqing.
Xiao Shiquan è stato arrestato il 24 settembre 2019 durante una retata della polizia. Gli agenti del distretto di Zhanhe lo hanno picchiato finché la camicia era zuppa di sangue.
E’ stato rinchiuso in un centro di detenzione per un mese e, quando è stato rilasciato un mese dopo, vedeva a malapena. In breve tempo è diventato completamente cieco. La polizia del distretto di Zhanhe ha continuato a molestarlo a casa e ha tentato di fargli sottoscrivere delle dichiarazioni di rinuncia alla sua fede. Questo ha causato un peggioramento delle sue già precarie condizioni di salute e infine è stato ricoverato in ospedale ed è morto.
Xiao era diventato un praticante del Falun Gong nel 1995 ed era guarito dalle sue patologie al fegato e allo stomaco. E’ stato arrestato e detenuto molte volte prima del suo ultimo arresto. Ad ottobre 2000 era stato arrestato e tenuto al secondo centro di detenzione di Pingdingshan per un mese.
La polizia lo aveva arrestato di nuovo nel gennaio 2001, quando lo aveva sorpreso a parlare alla gente della persecuzione del Falun Gong. Nel centro di detenzione è stato picchiato fino a svenire e torturato. Ha trascorso più di sette mesi nel centro di detenzione e doveva lavorare senza retribuzione dalle 15 alle 21 ore al giorno.
Gli agenti dell’Ufficio 610 e il suo datore di lavoro, nel giugno 2003, l’hanno recluso in un centro per il lavaggio del cervello per oltre un mese.
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