(Minghui.org) Lo scorso gennaio sono state segnalate quindici morti di praticanti del Falun Gong, portando il totale dei decessi confermati al 31 gennaio scorso a 4.905 dall'inizio della persecuzione nel luglio 1999.

Dieci dei nuovi decessi riportati sono avvenuti tra luglio e dicembre dello scorso anno, mentre gli altri casi si sono verificati nel gennaio 2023. A causa della rigida censura sulle informazioni i casi di persecuzione non sempre possono essere riportati tempestivamente, né le informazioni sono facilmente reperibili.

I quindici praticanti, tra cui sei donne, provengono da dieci province e municipalità, l’Hebei ha registrato tre casi, seguito da Heilongjiang, Jilin e Shandong con tre casi ciascuno. Liaoning, Anhui, Hubei, Hunan, Pechino e Shanghai hanno registrato un caso di morte ciascuno.

A eccezione di un praticante di cui non si conosceva l’età, i praticanti deceduti avevano un’età compresa tra i trentuno e ottantuno anni, di cui tre ottantenni. Quattro sono morti in custodia, tra cui un uomo di trentuno anni che stava scontando una pena di otto anni e mezzo, una donna dell’Hubei è morta sei giorni dopo essere stata rilasciata da sei mesi di detenzione in un centro per il lavaggio del cervello e un uomo della provincia dell’Anhui è deceduto dieci mesi dopo essere stato rilasciato a causa di un'iniezione di farmaci sconosciuti.

Tra i deceduti c'è una madre di cinquantuno anni che è rimasta scioccata nello scoprire di essere incinta dopo uno sciopero della fame di cinque mesi, in seguito al suo arresto nel 2017. Ha ceduto alle sofferenze fisiche e mentali ed è deceduta nel luglio dello scorso anno, cinque mesi prima del quinto compleanno della figlia.

Di seguito sono riportati i dettagli dei quindici casi di morte. L'elenco dei praticanti può essere scaricato qui (PDF).

Decessi avvenuti in custodia o poco dopo il rilascio

Jilin: Uomo di trentuno anni muore mentre sta scontando otto anni e mezzo per aver praticato il Falun Gong

Il 23 gennaio scorso i genitori di Jiang Yong sono stati informati della sua morte, aveva trentuno anni.

Jiang, residente a Changchun, nella provincia dello Jilin, stava scontando una condanna a otto anni e mezzo per aver praticato il Falun Gong. Nonostante versasse in condizioni critiche a causa di un prolungato sciopero della fame per protestare contro la persecuzione, le autorità si sono rifiutate di rilasciarlo con la condizionale adducendo, come scusa, il suo rifiuto di rinunciare alla propria fede.

Il 28 giugno 2021 Jiang è stato arrestato e condannato a otto anni e mezzo nel carcere di Gongzhuling con l'accusa inventata di “sovversione del potere statale”.

Jiang ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la persecuzione l'11 ottobre dello scorso anno. L'ospedale provinciale di Jilin ha emesso un avviso di condizioni critiche a causa della sua tubercolosi, e in seguito è stato trasferito all’ospedale della polizia della città di Changchun, dove alla fine è deceduto.

I familiari si sono spesso recati presso l’ufficio dell’amministrazione penitenziaria della provincia dello Jilin e alla prigione per chiedere il suo rilascio con la condizionale, ma sono stati ignorati e hanno ricevuto una risposta negativa.

Hebei: Praticante in stato vegetativo muore due mesi prima di essere rilasciato e dopo che gli è stata negata per due anni la libertà vigilata

La moglie di Lai Zhiqiang ha aspettato sette lunghi anni desiderosa di ricongiungersi con lui, ma il 3 gennaio scorso ha appreso che era morto, due mesi prima del previsto rilascio, dopo aver scontato una pena ingiusta per la sua fede nel Falun Gong.

Dopo aver appreso la notizia della sua morte la moglie si è precipitata alla prigione Jidong n° 2 nella provincia dell’Hebei, ma le è stato detto che doveva pagare 1.000 yuan (circa 137 euro) per vedere il corpo. Anche se non è chiaro se abbia pagato o meno la cifra richiesta, non le è stato permesso di vedere il corpo fino al giorno successivo.

Secondo la moglie il suo corpo era raggomitolato e il volto era stato ferito. Cinque guardie l’hanno trattenuta per impedirle di avvicinarsi o di toccarlo, si sono rifiutate di restituire il corpo alla famiglia e hanno ingannato la figlia affinché firmasse un modulo di consenso per la cremazione del corpo.

Il 31 marzo 2016 Lai, della città di Tangshan nella provincia dell’Hebei, è stato arrestato e condannato in segreto a sette anni, l’anziana madre è rimasta così traumatizzata che è morta poco dopo.

Il 17 ottobre 2016 Lai è stato portato prima nella prigione di Jidong n° 4 e poi nella prigione di Jidong n° 2. Nel 2019 è stato colpito da un ictus a causa delle torture subite durante la detenzione, ma la prigione ha negato alla famiglia le molteplici richieste di fargli visita.

Nel gennaio 2020, quando la moglie ha finalmente potuto visitarlo, ha visto con dolore che le guardie hanno dovuto portarlo fuori di peso perché non riusciva quasi a muoversi, sembrava non riconoscerla e non ha avuto nessuna reazione mentre la vedeva piangere.

Secondo un infiltrato Lai è stato trattenuto nella clinica del carcere per quasi sei mesi e alimentato a forza ogni giorno, le guardie gli tenevano il tubo di alimentazione nello stomaco. Le sue labbra sono diventate molto secche e screpolate; alcune infermiere usavano di tanto in tanto un asciugamano per fargli gocciolare un po' d'acqua in bocca. Spesso aveva le lacrime agli occhi quando lo facevano, muoveva anche le labbra, ma non riusciva a parlare.

La famiglia ha chiesto per lui la libertà condizionata per motivi medici, ma il carcere ha dichiarato di dover attendere la decisione dei superiori, che nel frattempo hanno addebitato alla famiglia diverse migliaia di yuan, sostenendo che servissero a pagare le spese mediche di Lai.

Le condizioni del praticante si sono ulteriormente aggravate nel 2020 e, nell’agosto dello stesso anno, ha contratto un’infezione polmonare. Era in stato vegetativo e aveva difficoltà a respirare. Quando il carcere l’ha portato in ospedale il medico gli ha praticato una tracheotomia ed ha lasciato intendere che non avesse molte speranze di guarigione.

Nonostante le condizioni di Lai, il carcere lo teneva sempre imprigionato con pesanti catene. Dopo oltre un mese di ricovero in ospedale è stato riportato in prigione il 9 settembre 2020, prima ancora che il taglio alla trachea si fosse rimarginato.

La famiglia ha continuato a chiedere la libertà vigilata per lui. Il carcere sosteneva che l’ufficio di giustizia avesse negato la richiesta e, quando i parenti vi si sono recati di persona, sono stati fermati alla porta e non hnno avuto la possibilità di parlare con nessuno.

Shanghai: Donna muore mentre sta scontando quattro anni di prigione per aver praticato il Falun Gong

Il 24 dicembre scorso una residente di Shanghai è morta in un centro di detenzione, mentre scontava una pena di quattro anni per la sua fede nel Falun Gong. Jiang Linying aveva quasi settant’anni.

Jiang Linying

Nel pomeriggio del 24 dicembre il marito di Jiang ha ricevuto una telefonata dal centro di detenzione del distretto di Baoshan e gli è stato detto che sua moglie versava in condizioni critiche e che era stata portata in ospedale. Quando ha chiesto quali fossero le sue condizioni e in quale ospedale fosse stata portata, la persona che ha chiamato ha risposto che le informazioni erano riservate e ha negato la sua richiesta di visitarla.

Alcune ore dopo, un'altra guardia ha chiamato da un cellulare (+86-18100051158) dicendo che Jiang aveva difficoltà a respirare e che il medico aveva emesso un avviso di condizioni critiche per lei. La guardia ha comunque impedito alla famiglia di farle visita dicendo che era sufficiente averla informata delle sue condizioni. La famiglia si è indignata e ha chiesto al carcere di fare del suo meglio per salvare la vita di Jiang.

Alle 22:29 la stessa guardia ha chiamato dallo stesso numero di cellulare e ha comunicato alla famiglia che Jiang era deceduta. Non è chiaro se alla famiglia sia stato permesso di vederla dopo la sua morte.

Oltre all’ultima condanna Jiang, operaia tessile in pensione, aveva scontato anche due periodi di detenzione di tre anni e mezzo e cinque anni, oltre a un periodo di un anno e tre mesi in un campo di lavoro.

Durante la detenzione la donna è stata sottoposta a torture, tra cui l'iniezione di farmaci sconosciuti per distruggere il suo sistema nervoso centrale, percosse brutali, costrizione a stare in piedi per lunghi periodi di tempo, costrizione a sedersi su un piccolo sgabello in un'unica posizione per molto tempo, negazione dell'uso del bagno, privazione del cibo o costrizione a mangiare troppo.

Liaoning: Dopo aver perso la moglie quindici anni fa a causa della persecuzione, uomo muore mentre sta scontando una pena detentiva di sette anni

Il 17 dicembre scorso la figlia di Di Yongchi ha ricevuto una telefonata dalla prigione n° 1 di Shenyang, nella provincia del Liaoning, in cui le veniva comunicato che suo padre era morto dopo che l’ospedale non era riuscito a rianimarlo.

Di, sessantanovenne ingegnere in pensione di una centrale elettrica della città di Huludao, nella provincia del Liaoning, stava scontando una condanna a sette anni per aver praticato il Falun Gong. La sua morte è avvenuta solo un anno e mezzo prima della scadenza del suo mandato.

La figlia ha visto il corpo nella camera mortuaria dell’ospedale e ha assunto un avvocato per chiedere giustizia per suo padre. A causa della rigida censura del regime cinese sulle informazioni non è chiaro se Di sia stato sottoposto a torture che potrebbero averne causato la morte.

Dall’inizio della persecuzione nel 1999, Di è stato ripetutamente arrestato e perseguitato per aver sostenuto la sua fede. All'inizio del 2003 è stato arrestato e tenuto in un centro per il lavaggio del cervello per diversi mesi. È stato costretto a guardare ogni giorno video di propaganda che diffamavano il Falun Gong. Le guardie l’hanno picchiato, insultato,costretto a stare in piedi per molte ore e privato del sonno.

Mentre era detenuto sua moglie ha vissuto in condizioni di stress tremendo e ha sofferto di un esaurimento mentale. Spesso si svegliava nel cuore della notte e gridava: “Sta arrivando la polizia!”. La sua salute è peggiorata di giorno in giorno, ed è deceduta nel maggio 2007.

Hubei: Praticante muore giorni dopo essere stata rilasciata da un centro per il lavaggio del cervello

Zong Ming residente a Wuhan, nella provincia dell’Hubei, era emaciata e aveva difficoltà a parlare quando è stata rilasciata dopo otto mesi di detenzione in un centro per il lavaggio del cervello per la sua fede nel Falun Gong. È morta il 1° gennaio scorso, sei giorni dopo essere stata riportata a casa dalla sua famiglia.

Il 18 aprile dello scorso anno Zong è stata arrestata e portata al centro per il lavaggio del cervello di Etouwan il giorno successivo. Il 26 dicembre scorso i membri dello staff del centro per il lavaggio del cervello hanno ordinato alla famiglia di andare a prenderla, ma era già in punto di morte, era pelle e ossa, i suoi capelli erano diventati grigi e aveva difficoltà a parlare, la famiglia l’ha portata in ospedale il primo giorno dell’anno, ma il medico si è rifiutato di curarla. É morta in ospedale poche ore dopo.

Da quando il regime comunista cinese ha iniziato a perseguitare il Falun Gong nel 1999, l'Ufficio 610, un'agenzia extralegale creata appositamente per supervisionare la persecuzione, ha creato centri per il lavaggio del cervello in tutto il Paese per colpire i praticanti del Falun Gong. Sotto l'apparenza di “Centro di educazione legale” o “Centro di cura”, i centri per il lavaggio del cervello funzionano come carceri nere, dove i praticanti del Falun Gong possono essere detenuti senza limiti di tempo e vengono sottoposti a ogni tipo di tortura fisica, manipolazione mentale e somministrazione involontaria di farmaci.

Nell'ambito della campagna “Nessuno escluso” che prende di mira tutti i praticanti sulla lista nera del governo, per costringerli a rinunciare al Falun Gong, dal 2021 a Wuhan, la capitale dell'Hubei, le autorità hanno aperto dieci nuovi centri per il lavaggio del cervello.

Anhui: Praticante sottoposto a iniezione tossica durante la detenzione, muore dieci mesi dopo essere stato rilasciato

Un mese prima di finire di scontare una pena detentiva per aver praticato il Falun Gong un residente della città di Hefei, nella provincia dell’Anhui, ha perso la capacità di parlare dopo essere stato sottoposto a iniezioni di farmaci sconosciuti. Dal suo rilascio Peng Yuxin ha lottato contro una salute cagionevole ed è morto dieci mesi dopo, a metà agosto dello scorso anno. Aveva cinquantacinque anni.

Peng, ex dipendente dell'Ufficio statistico della provincia dell’Anhui, è stato arrestato nel suo quartiere il 24 aprile 2020. Senza mostrare alcun documento d'identità, mandato di perquisizione o rivelare i propri nomi, gli agenti di polizia hanno fatto irruzione nella casa e confiscato il computer portatile, due stampanti, cinquanta libri del Falun Gong e 500 yuan in contanti (circa 68 euro). L’hanno rilasciato intorno alle 23:00.

Nel maggio 2020 Peng si è recato alla stazione di polizia per chiedere la restituzione dei suoi oggetti personali, ma è stato arrestato e trattenuto nel centro di detenzione della città di Hefei. In seguito è stato segretamente condannato a un anno e mezzo e gli è stato ordinato di scontare la pena nello stesso centro di detenzione.

Un mese prima di essere rilasciato, Peng è stato portato fuori dal centro di detenzione per sei volte e ogni volta gli è stato iniettato del liquido rosa. Quando è stato rilasciato, il 23 ottobre 2021, aveva perso quasi del tutto la capacità di parlare o di organizzare un discorso coerente, solo occasionalmente riusciva a pronunciare qualche parola. Quando gli è stato chiesto se gli fossero state somministrate iniezioni tossiche, ha annuito. Anche la sua capacità cognitiva generale era notevolmente diminuita, non era in grado di scrivere il suo indirizzo, ma quando altri scrivevano diversi indirizzi era in grado di riconoscere il proprio. A causa della sua situazione generale non è chiaro se Peng abbia subito altre torture durante la sua detenzione.

Dopo il suo rilascio ha sofferto di vari problemi di salute, soprattutto perché viveva da solo. A metà agosto dello scorso anno, i praticanti locali del Falun Gong hanno improvvisamente appreso la notizia della sua scomparsa. Secondo la sorella il vicino di casa di Peng ha denunciato la sua morte alla polizia e il rapporto dell'autopsia, rilasciato dal dipartimento di polizia del distretto di Shushan, ha dichiarato che è morto per un ictus.

Decessi degli anziani

Dopo essere stato arrestato diciotto volte, sottoposto a quattro campi di lavoro per un totale di cinque anni e condannato a tre anni e mezzo di prigione per aver praticato il Falun Gong, Liu Erli, residente a Loudi, nella provincia dello Hunan, ha ceduto alle persecuzioni mentali, fisiche e finanziarie ed è deceduto il 1° gennaio scorso. Aveva ottantuno anni.

Un mese prima della morte di Liu, più di dieci agenti hanno fatto irruzione nella sua casatentando di arrestarlo, ma hanno desistito quando hanno visto che era completamente incapace di intendere e di volere.

Cui Xiuzhen, della città di Botou, nella provincia dell’Hebei, è stata brutalmente torturata mentre scontava una condanna a tre anni di lavori forzati per aver praticato il Falun Gong. Rilasciata nel 2003, per i dieci anni successivi ha sofferto di un calo della memoria, di atrofia cerebrale, di difficoltà motorie e di linguaggio. Nell'estate del 2014 è diventata completamente incapace di parlare e si è spenta otto anni dopo, il 10 gennaio scorso. Aveva ottant’anni.

Dall'inizio della persecuzione He Zhenheng, residente a Botou, nella provincia dell’Hebei, è stato sottoposto a ripetuti arresti e molestie per aver sostenuto la sua fede. Durante due detenzioni è stato anche costretto a svolgere lavori pesanti senza retribuzione. Il disagio fisico e mentale ha avuto ripercussioni sulla sua salute, ed è morto il 23 novembre dello scorso anno all'età di ottant’anni. Anche dopo la sua morte la polizia ha continuato a perseguitare la sua famiglia, chiedendo di vedere il suo certificato di morte per verificare che fosse effettivamente deceduto.

Morte dopo due decenni di arresti e molestie

Heilongjiang: Dopo aver sopportato cinque arresti e sette anni di torture per la sua fede, una donna muore cinque mesi prima del quinto compleanno della figlia

Zhu Xiumin, residente a Daqing nella provincia dell’Heilongjiang, ha iniziato uno sciopero della fame di cinque mesi per protestare contro la detenzione arbitraria dopo l’arresto suo e del marito, avvenuto il 21 marzo 2017. Essendo estremamente debole e soffrendo di una grave costipazione, è stata portata in ospedale per un controllo. É rimasta scioccata nell’apprendere di essere incinta, ed è stata rilasciata due giorni dopo.

La bambina di Zhu è nata l’8 dicembre 2017. Sei giorni dopo il marito è stato condannato a tre anni, Zhu ha lottato per prendersi cura della bambina da sola, evitando le molestie della polizia. Alla fine si è ricongiunta con il marito quando questi è stato rilasciato nel marzo 2020, ma la famiglia non ha trascorso molto tempo insieme perché Zhu ha ceduto alle sofferenze fisiche e mentali ed è morta nel luglio dello scorso anno, cinque mesi prima del quinto compleanno della figlia. Aveva cinquantuno anni.

Prima dell’ultimo arresto, avvenuto nel 2017, Zhu era stata arrestata altre sei volte e aveva subito barbare torture durante una condanna a sette anni di carcere.

La bambina appena nata di Zhu

Jilin: Donna muore dopo aver sopportato sette anni di carcere e quattro di sospensione della pensione

L'8 ottobre dello scorso anno una donna della città di Songyuan, nella provincia dello Jilin, è deceduta quattro anni dopo aver scontato tre anni di carcere e di sospensione della pensione. Meng Yan aveva settantaquattro anni. Oltre all'ultima condanna a tre anni, ha scontato anche due periodi di campo di lavoro, per un totale di quattro anni.

Meng era custode di un magazzino, ha iniziato a praticare il Falun Gong nel marzo 1999. Nei primi anni della persecuzione è stata ripetutamente arrestata e condannata a due periodi nel campo di lavoro forzato di Heizuizi.

A causa dell'enorme pressione mentale, Meng è stata costretta a rinunciare al Falun Gong contro la sua volontà durante il primo periodo trascorso nel campo di lavoro. Ha anche sviluppato l’ipertensione, ha sofferto di vertigini costanti e ha avuto difficoltà a camminare. In seguito si è pentita di aver rinunciato al Falun Gong e ha annunciato che avrebbe annullato la sua dichiarazione. Le guardie l'hanno picchiata e presa a calci.

Dopo aver confermato che era effettivamente affetta da una malattia, le guardie l'hanno costretta ad assumere farmaci sconosciuti. Il suo periodo di detenzione è stato prolungato di dieci giorni, poiché si è rifiutata di scrivere i rapporti di pensiero richiesti dalle guardie.

Meng è stata nuovamente arrestata l'11 luglio 2008, durante la festa di compleanno della cognata. Nel corso dell'arresto ha riportato una grave ferita alla gamba e, nel centro di detenzione, non riusciva a dormire. Senza informare la famiglia, il 31 luglio dello stesso anno la polizia l'ha portata per la seconda volta nel campo di lavoro forzato di Heizuizi.

Il 19 agosto 2015 diversi agenti della squadra di sicurezza interna della contea di Qian'an si sono recati a casa di Meng con una copia della denuncia penale da lei presentata contro Jiang Zemin. Poiché si è rifiutata di aprire la porta, la polizia ha rotto la serratura e ha fatto irruzione, confiscando un computer, un telefono cellulare, una stampante, venti scatole di carta da stampa, una scatola di inchiostro per stampante, un registratore, un lettore MP3, libri sul Falun Gong e altri oggetti. Suo nipote, che frequenta la scuola media, era terrorizzato e il suo volto è impallidito.

Meng ha cercato di spiegare che fare causa a Jiang era un suo diritto di cittadina e che praticare il Falun Gong era assolutamente legale, ma gli agenti l'hanno ignorata e l'hanno portata al Dipartimento di polizia della contea di Qian'an e poi al Centro di detenzione della città di Songyuan, dov’è stata detenuta per undici mesi e mezzo.

Meng è stata accusata di “minare l’applicazione della legge con un’organizzazione di culto” e condannata a tre anni di carcere. Il suo appello è stato respinto e, nell'agosto 2016, è stata trasferita nel carcere femminile di Changchun.

Rievocazione della tortura: Seduta su un piccolo sgabello

In prigione tutti i praticanti del Falun Gong che si rifiutavano di abbandonare la loro pratica erano costretti a sedersi su piccole sedie di plastica per molto tempo ogni giorno, di solito dalle 5:30 del mattino fino alle 22:00 di sera. Meng è diventata estremamente magra e le sue natiche iniziato a suppurare.

Le guardie hanno dichiarato che la donna soffriva di ipertensione e le hanno ordinato di prendere delle pillole; quando Meng si è rifiutata hanno cercato di mescolare le pillole al cibo e alle bevande, ma senza successo. All'ospedale del carcere le hanno iniettato un farmaco sconosciuto. Meng è stata costretta a leggere libri che diffamavano il Falun Gong e il suo fondatore, e le autorità hanno anche tentato di costringerla a rinunciare alla pratica del Falun Gong.

Dopo il rilascio, nel 2018, l'Ufficio locale per la previdenza sociale le ha sospeso la pensione. La sua salute ha continuato a peggiorare e alla fine è deceduta l'8 ottobre dello scorso anno.

Heilongjiang: Donna perde la memoria a causa di un'iniezione tossica e muore dopo due decenni di detenzioni e molestie

Nel dicembre 1998, dopo che ha iniziato a praticare il Falun Gong, Wang Yufang è guarita dal cancro al colon. Era profondamente grata a questa antica pratica per il benessere della mente e del corpo.

Wang, residente a Jiamusi, nella provincia dell’Heilongjiang, è stata molestata molte volte e arrestata sei volte per aver sostenuto la sua fede. Una volta ha perso la memoria, dopo essere stata sottoposta a un'iniezione di farmaci sconosciuti in un centro di detenzione. Le continue persecuzioni hanno avuto ripercussioni sulla sua salute. É deceduta il 28 settembre dello scorso anno. Aveva cinquantanove anni.

Nella denuncia penale presentata nel 2015 contro Jiang Zemin, l'ex capo del regime comunista che aveva ordinato la persecuzione, Wang ha dichiarato: “A causa della persecuzione tutti i miei capelli sono diventati grigi quando avevo solo quarant’anni. La persecuzione non mi ha portato solo un enorme danno mentale, ma ha anche lasciato la mia famiglia in una profonda angoscia. Durante la detenzione mia madre si è preoccupata così tanto per me che la sua salute è peggiorata ed è stata ricoverata in ospedale. Mia figlia è cresciuta nella paura e nel costante timore che potessi essere nuovamente arrestata”.

Wang Yufang

Shandong:Uomo muore due anni dopo aver scontato 13 anni per la sua fede nel Falun Gong

Il 20 settembre 2020 Yu Chunqiang ha finito di scontare una condanna di tredici anni di carcere. L’uomo, residente della città di Laiyang nella provincia dello Shandong, era afflitto da diverse patologie dovute alle torture subite in prigione. Le continue vessazioni da parte della polizia dopo il suo ritorno a casa l’hanno fatto vivere nella paura e nell'angoscia. Non riuscendo a riprendersi, è morto due anni dopo, il 1° novembre dello scorso anno. Aveva sessantasei anni.

Yu ha iniziato a praticare il Falun Gong nel 1999, lo stesso anno in cui è iniziata la persecuzione. Il 4 luglio 2006 un gruppo di agenti dell'Ufficio 610 ha fatto irruzione nella sua casa e ha arrestato sua moglie e Zhao Ruixiang, un'altra praticante che era andata a trovarli. Entrambe le donne sono state picchiate selvaggiamente alla stazione di polizia. Alla moglie di Yu sono stati inflitti un anno e mezzo di lavori forzati, mentre Zhao è stata condannata a dodici anni.

Per evitare di essere preso di mira Yu ha vissuto lontano da casa nascondendosi dalla polizia. Quando il 21 settembre 2007 è tornato a casa per aiutare a raccogliere le arachidi, sei agenti sono piombati a casa sua, mettendola a soqquadro e l’hanno portato al centro di detenzione della città di Laiyang.

Nel 2008 Yu è stato segretamente condannato a tredici anni. Ha subito barbare torture nell'11° reparto della prigione della provincia dello Shandong. Una volta ha avuto un ictus e ha sviluppato diabete e ipertensione.

La polizia ha continuato a perseguitarlo anche dopo il suo rilascio, avvenuto il 20 settembre 2020. Alla fine è deceduto il 1° novembre dello scorso anno.

Pechino: Grave gotta ai piedi scomparsa tre giorni dopo aver praticato il Falun Gong, uomo di Pechino muore dopo un campo di lavoro e ripetute molestie

Tre giorni dopo che Qin Jing ha iniziato a praticare il Falun Gong, è guarito dalla gotta, è tornato al lavoro e ha ripreso una vita normale.

Dopo l'inizio della persecuzione ha lavorato duramente per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla persecuzione. Nell'ottobre 2010 è stato arrestato per aver affisso dei manifesti del Falun Gong e sottoposto a torture implacabili mentre scontava una pena di due anni in un campo di lavoro.

Per aver presentato una denuncia penale nel 2015 contro Jiang Zemin, l'ex capo del regime comunista che aveva ordinato la persecuzione, Qin ha dovuto affrontare continue molestie, soprattutto in occasione di importanti festività o anniversari legati al Falun Gong. Non si è mai ripreso dalle complicazioni dovute alle torture subite durante il campo di lavoro e le continue vessazioni hanno peggiorato la sua salute. É morto il 22 dicembre scorso. Aveva sessantaquattro anni.

Qin Jing

Shandong: Uomo muore dopo aver scontato due condanne a un campo di lavoro e aver subito molestie continue

Shen Lianghua, residente a Liaocheng nella provincia dello Shandong, è deceduto il 16 novembre dello scorso anno, dopo aver scontato due detenzioni in campi di lavoro forzato e vessazioni continue per la sua fede. Ancora ventotto giorni dopo la sua morte, il segretario del villaggio è andato a molestare la sua famiglia.

Shen è stato arrestato per la prima volta nel luglio 2001, mentre lavorava in una fattoria. Anche la moglie, Zhao Yueyun, è stata arrestata poche ore dopo e la coppia è stata trattenuta in un centro per il lavaggio del cervello locale. I loro due figli sono stati lasciati senza cure, durante la detenzione. Shen è stato rilasciato dopo venti giorni; non è chiaro per quanto tempo Zhao sia stata detenuta.

Alla fine del 2001 Shen si è recato a Pechino per chiedere il diritto di praticare il Falun Gong, ed è stato picchiato dalla polizia in Piazza Tienanmen. Dopo essere stato riportato nello Shandong, è stato trattenuto nel centro di detenzione della contea di Guan per dieci giorni.

Nel febbraio 2002 Shen è stato portato nel campo di lavoro forzato di Wangcun, dove le guardie l’hanno privato del sonno e hanno assegnato ad alcuni detenuti il compito di sorvegliarlo 24 ore al giorno. Ogni volta che Shen chiudeva gli occhi questi usavano delle piume per punzecchiargli le palpebre o le narici; tutto questo è durato più di un mese, ma Shen non si è arreso. Le guardie l’hanno quindi messo in cella d’isolamento, dove gli hanno tolto le scarpe, hanno versato acqua sul pavimento e l’hanno percosso con i manganelli elettrici per una settimana.

Dopo aver fallito nel tentativo di farlo cedere, le guardie gli hanno allargato le braccia e l’hanno ammanettato al piano superiore di un letto a castello, un metodo di tortura nota come “incatenato a una croce”,nella quale tutto il suo peso ricadeva sui polsi.

La polizia ha continuato a perseguitarlo anche dopo il suo rilascio nel settembre 2004. La notte del 25 febbraio 2008 sette agenti hanno fatto irruzione in casa sua, l’hanno tenuto a terra e picchiato. Un agente l’ha colpito con forza con una torcia elettrica sulla bocca, provocandogli l’avulsione dei due incisivi. L’hanno portato in un centro di detenzione e poi nel campo di lavoro forzato di Wangcun, senza avvisare la sua famiglia.

Dopo che Shen è stato mandato al campo di lavoro, sua moglie ha dovuto occuparsi da sola della famiglia e dei due figli piccoli, ma gli agenti dell'Ufficio 610 hanno continuato a molestarli, di conseguenza Zhao è stata costretta a stare lontana da casa.

Quando il 28 maggio 2009 è scaduto il periodo di lavoro forzato la polizia l’ha prolungato di un mese. Quando la figlia è andata a chiedere il suo rilascio, i funzionari del campo di lavoro non le hanno permesso di fargli visita. La donna ha quindi chiesto ai funzionari di passargli dei vestiti, ma questi si sono rifiutati di farlo.

Il 15 giugno 2011 Zhao è tornata a casa. Alcune ore dopo tre agenti in borghese sono arrivati a bordo di un'auto senza targa e hanno fatto irruzione in casa sua, confiscando due computer, una stampante e altri effetti personali, Shen stava raccogliendo il grano nel campo e Zhao era a casa da sola, così gli agenti l'hanno arrestata e portata al centro di detenzione di Liaocheng.

Gli agenti di polizia hanno tentato di arrestare Shen altre due volte, il 21 agosto 2012 e il 3 agosto 2015, ma lui non era in casa quando sono arrivati.

La polizia è tornata il 5 agosto 2015 e ha arrestato Zhao. Dopo essere riuscita a fuggire dalla stazione di polizia, lei e Shen sono stati costretti a vivere lontano da casa per mesi, lasciando i figli a casa da soli.

Il 22 aprile 2016, poco dopo il suo ritorno a casa, la polizia ha scavalcato la recinzione del loro vicino e ha fatto di nuovo irruzione costringendo Zhao a nascondersi un'altra volta. In seguito è stata arrestata e condannata a scontare la pena nel carcere femminile della provincia dello Shandong.

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