(Minghui.org) Lo scorso 9 ottobre Liu Chunxia, di 56 anni della città di Xi'an nella provincia dello Shaanxi, è stata rinchiusa nella Prigione femminile provinciale, dove dovrà scontare una pena di tre anni e mezzo per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Il 6 maggio dell'anno scorso Liu è stata arrestata sul posto di lavoro, ma il centro di detenzione locale le ha rifiutato l'ingresso a causa dell‘ipertensione di cui soffre. Invece di rilasciarla, la polizia l'ha portata all'Ospedale Ankang del distretto di Chang'an, una clinica psichiatrica usata frequentemente per perseguitare i praticanti del Falun Gong mentalmente sani.

Il 13 giugno dell'anno scorso la Procura distrettuale di Huyi ha emesso un mandato di arresto formale e, il 18 luglio, la donna è stata trasferita al Centro di detenzione del distretto di Lianhu. Verso la metà di agosto dell'anno scorso il suo caso è stato riassegnato alla Procura distrettuale di Lianhu. Il 7 dicembre dell'anno scorso e lo scorso 16 aprile Liu è comparsa davanti al tribunale locale, prima del 30 agosto scorso, quando è stata condannata.

Liu Chunxia

Non è la prima volta che Liu, ex ingegnere dell'Azienda chimica Huibang del Gruppo Huian, viene perseguitata per la sua fede. In passato è stata condannata due volte per un totale di nove anni.

Nel mese di marzo 2001 è stata arrestata per la prima volta, ma è riuscita a fuggire dalla Stazione di polizia di Huian e si è nascosta. Sei mesi dopo, il 29 settembre 2001, è stata catturata insieme ad altre persone mentre stava partecipando a un incontro di praticanti del Falun Gong nella contea di Qishan, nella medesima provincia. La donna è stata portata alla locale stazione di polizia per essere interrogata. Liu è stata picchiata dall'agente Cheng Kangmao, che l'ha immobilizzata su una sedia, con le braccia distese e ammanettate. La mattina dopo è stata portata al Centro di detenzione di Lajiatan, dove è stata istituita una task force guidata dall'ufficiale Wang Yongan, per lavorare sul suo caso.

Il 28 giugno 2002 Liu è stata condannata a cinque anni dal Tribunale della contea di Qishan e portata nel Carcere femminile della provincia dello Shaanxi. Poiché si è rifiutata di rinunciare al Falun Gong, le guardie l'hanno sottoposta a ogni tipo di tortura, tra cui la privazione del sonno, il rifiuto di usare il bagno, le scosse elettriche, le percosse e l'alimentazione forzata. Una volta, quando si è rifiutata di indossare l'uniforme da detenuta, le è stata tolta la giacca invernale ed è stata costretta a restare all'aperto per ore.

Il 9 dicembre 2006 Liu è stata rilasciata, dopo aver scontato 70 giorni in più rispetto alla pena prevista. Al suo ritorno a casa, è rimasta sconvolta nel sapere di essere stata licenziata dal suo datore di lavoro. Per guadagnarsi da vivere, ha dovuto svolgere lavori saltuari.

Il 21 marzo 2017 Liu è stata nuovamente arrestata, insieme alla madre Li Yuhua. Il giorno successivo è stata rinchiusa nel Centro di detenzione del distretto di Xincheng, mentre la signora Li è stata portata nel Centro per il lavaggio del cervello di Baqiao, dov'è stata trattenuta fino al 14 giugno.

Il 26 dicembre 2017 è comparsa davanti al giudice del Tribunale distrettuale di Xincheng e, il 4 gennaio 2018, è stata condannata a quattro anni di prigione. Durante la detenzione ha sviluppato l'ipertensione ed è stata portata all'Ospedale Ankang della città di Xi'an, dove è stata costretta, quattro volte al giorno, ad assumere farmaci sconosciuti. La donna ha fatto ricorso, ma il suo appello è stato respinto e, il 6 settembre 2018 è stata condotta nel Carcere femminile della provincia dello Shaanxi.

Durante il secondo periodo di detenzione suo marito ha divorziato e nel mese di marzo 2021 dopo essere stata rilasciata, si è trasferita a casa del figlio. Ha trovato lavoro in una società di gestione immobiliare e il suo duro lavoro le ha fatto guadagnare il rispetto del capo e dei colleghi.

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