
Era il 7 aprile di quest’anno (2021). Attraverso la telecamera di sicurezza della casa, messa in rete, il signor Zhao e sua madre hanno potuto vedere fuori dalla porta: sei agenti, alcuni in uniforme, altri in borghese. Prima hanno bussato, poi l’hanno forzata, infine l’hanno presa a calci ed hanno minacciato: “Questo è l'ultimo avvertimento. Se non aprite, faremo irruzione!”

Abbiamo lavorato insieme per formare un corpo unico agendo aggressivamente contro il centro di lavaggio del cervello. Alcuni di noi hanno preparato nuovi volantini che mostravano le orribili tattiche usate e quali articoli di legge venivano violati; alcuni hanno chiamato il direttore del centro sul suo cellulare.

Quando vivevamo nello Xinjiang, eravamo giovani e guardavamo i programmi del governo cinese che denigravano il Falun Gong. Ma ora sono cresciuto e conosco la verità e so che la Falun Dafa non è male. Ognuno è libero di seguire il proprio credo e sostengo le azioni dei praticanti della Falun Dafa”.

Podcast n.38 "Abbandonare l'attaccamento alla società moderna", di Xin Yi, una praticante della Falun Dafa a Pechino. Un articolo di condivisione dell'esperienza dal sito web Minghui.

Continuando a guardarmi dentro ho scoperto che questa nozione egoistica si manifestava automaticamente; determinava la mia felicità o collera. Era un meccanismo di protezione, ed era una logica umana acquisita. Se fossi stato altruista, mi sarei chiesto se l’avessi in qualche modo ferita o se le avessi causato del male.
Il Maestro Li osserva tranquillamente il mondo dalle montagne, dopo aver lasciato New York in seguito al 20 luglio 1999 (foto pubblicata il 19 gennaio 2000)


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Il Maestro Li osserva tranquillamente il mondo dalle montagne, dopo aver lasciato New York in seguito al 20 luglio 1999 (foto pubblicata il 19 gennaio 2000)



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