(Minghui.org) Nella prima metà di quest'anno è stata segnalata la morte di 69 praticanti, a causa della persecuzione, per la loro fede nel Falun Gong.
Tra i nuovi decessi confermati 1 ciascuno sono avvenuti nel 2003, 2012, 2014, 2015, 2016, 2017, 2019 e 2020; 3 nel 2021, 2 nel 2022, 23 l'anno scorso e 33 sono stati confermati quest'anno. A causa della rigida censura sulle informazioni da parte del regime comunista, le persecuzioni non possono sempre essere denunciate in modo tempestivo e il bilancio reale delle vittime è probabilmente molto più alto.
I 69 praticanti deceduti, di cui 49 donne, provengono da 21 province e municipalità. La provincia del Liaoning ha registrato 11 decessi, seguita dalla provincia dell'Hebei che ne ha registrati 10, 7 sono stati registrati nell'Heilongjiang e 6 ciascuno nello Shandong e nello Jilin. Le altre 16 regioni hanno registrato da 1 a 3 casi.
Tra i 63 praticanti di cui si conosce l'età al momento del decesso, vi sono persone di età compresa tra i 50 e i 91 anni, con 12 praticanti ottantenni e una novantenne. I praticanti provenivano da tutti i ceti sociali, tra cui un ex manager immobiliare, un architetto, un primario, il proprietario di un negozio di ceramica e un insegnante.
Cinquanta dei praticanti deceduti hanno scontato la pena, per la loro fede, nelle prigioni o nei campi di lavoro forzato, dove sono stati sottoposti a vari tipi di tortura, tra cui le scosse elettriche, le percosse, la somministrazione forzata di farmaci, la privazione del sonno e il congelamento.
Sei praticanti sono deceduti durante la detenzione, tra cui un uomo di 86 anni che stava scontando una pena di 11 anni e mezzo, e una donna di 56 anni, deceduta pochi giorni dopo il suo ingresso in prigione.
Molti altri sono deceduti, per gravi danni alla salute, mesi o anni dopo essere stati rilasciati. Una donna del Gansu era già malata di cancro quando, il 27 febbraio dell'anno scorso, è stata reclusa nella Prigione femminile della provincia del Gansu per scontare una pena di un anno e otto mesi. In carcere il tumore è andato in metastasi e, nel mese di dicembre la donna è deceduta, poche settimane dopo essere stata rilasciata.
Dopo aver scontato 14 anni di prigione, un uomo della provincia dell'Heilongjiang era diventato emaciato, non riusciva a parlare in modo coerente ed era paralizzato a entrambe le gambe. Aveva anche poca memoria e soffriva di un problema alla prostata. Negli ultimi anni ha avuto bisogno di un sondino per l'alimentazione nasale. Lo scorso 27 gennaio l'uomo, di 66 anni, è deceduto in un centro per anziani, due settimane prima del Capodanno cinese. La sua morte è avvenuta sei anni dopo quella della moglie, anch'essa affetta da gravi patologie causate dalla persecuzione.
Ci sono stati anche casi in cui la salute dei praticanti, a causa delle continue vessazioni da parte della polizia, è improvvisamente peggiorata e dopo poco sono deceduti. Il 10 aprile scorso un'anziana madre di Tianjin è morta, non molto tempo dopo essere stata molestata nella propria abitazione dagli agenti, che le hanno chiesto se praticava ancora il Falun Gong e se intendeva continuare a cercare giustizia per il suo defunto figlio, deceduto nel 2018 dopo aver sviluppato una malattia mentale durante la sua detenzione di cinque anni per aver praticato il Falun Gong.
Di seguito sono riportati alcuni casi di decessi avvenuti nella prima metà di quest'anno. L'elenco completo dei 69 praticanti deceduti può essere scaricato qui (PDF).
Morti in custodia
Nel 2016 Liu Dianyuan, residente a Chaoyang nella provincia del Liaoning, è stato condannato a 11 anni e mezzo di prigione all'età di 78 anni, per aver praticato il Falun Gong. Nonostante le sue condizioni fisiche estremamente precarie, l'uomo è stato rinchiuso nella struttura carceraria. Nel corso degli anni le sue condizioni hanno continuato a peggiorare e, il 10 febbraio scorso, giorno del Capodanno cinese, è deceduto all'età di 86 anni.
Il 9 novembre 2015 Liu è stato arrestato a casa della sorella, dopo aver trascorso cinque anni a nascondersi dalla polizia. Per incastrarlo, gli agenti hanno inventato delle prove, sostenendo che era stato prelevato da una residenza piena di libri e materiali del Falun Gong, anche se è stato arrestato a casa della sorella.
Quando cinque mesi dopo, il 7 aprile 2016, Liu è comparso davanti al giudice del Tribunale della contea di Jianping, l'uomo, un tempo sano e mentalmente acuto, era emaciato e aveva problemi di memoria. Il giudice Li Yan ha emesso una pesante sentenza di 11 anni e mezzo. Liu avrebbe avuto 90 anni alla fine della pena.
Anche se, date le sue cattive condizioni di salute, l'uomo non aveva i requisiti per essere ammesso in carcere, la prima Prigione della città di Shenyang lo ha comunque accettato quando, il 14 giugno 2016, è stato portato lì dall'ufficiale giudiziario.
Non è chiaro se sia stato permesso alla sua famiglia di fargli visita dopo la sua entrata in prigione. Nel mese di settembre 2022 le guardie hanno chiamato i suoi familiari dicendo loro di comprargli dei pannolini. In seguito, hanno scoperto che Liu, all'epoca ottantaquattrenne, era già incapace di intendere e di volere, ma le autorità carcerarie si sono comunque rifiutate di rilasciarlo per sottoporlo a cure mediche.
Lo scorso 11 febbraio, secondo giorno del Capodanno cinese, i suoi familiari hanno ricevuto una telefonata dalla prigione e sono stati informati che, il giorno prima, Liu era deceduto.
Il 9 dicembre dell'anno scorso Xu Haihong, residente a Qingdao nella provincia dello Shandong, è deceduta all'età di 56 anni, circa tre giorni dopo essere stata trasferita nel Carcere femminile della provincia dello Shandong, situato nella capitale Jinan, per scontare una pena di un anno e quattro mesi.
Nel 2022 Xu è stata arrestata dopo essere stata denunciata per aver parlato alla gente della persecuzione del Falun Gong. Per protestare contro l'arresto arbitrario, la donna ha iniziato uno sciopero della fame e, 15 giorni dopo, è stata rilasciata su cauzione in condizioni critiche. I suoi familiari sono stati costretti a pagare una multa di 13.000 yuan (circa 1.660 euro) e sono stati avvertiti che il suo caso non si era ancora concluso.
Intorno al 10 settembre dell'anno scorso gli agenti hanno bussato alla porta di Xu. Quando la donna si è rifiutata di farli entrare, hanno rotto la serratura e hanno fatto irruzione nell'appartamento. Xu è stata portata in un centro di detenzione e le è stato impedito di ricevere le visite della sua famiglia.
Né la polizia né il centro di detenzione hanno aggiornato i familiari sulla sua situazione. Nel mese di ottobre hanno scoperto che era stata condannata a un anno e quattro mesi di prigione, ma non sono mai stati informati riguardo all'incriminazione, al processo o alla sentenza.
Intorno al 6 dicembre dell'anno scorso Xu è stata trasferita nel Carcere femminile della provincia dello Shandong e, poiché era estremamente debole a causa del suo sciopero della fame di lunga durata, è stata ricoverata nell'ospedale interno alla prigione, dove il 9 dicembre è deceduta.
I familiari di Xu hanno visionato i video di sorveglianza dell'ospedale della prigione e non hanno visto alcun filmato di guardie che la stavano torturando. Sebbene la prigione sia nota per i maltrattamenti ai praticanti del Falun Gong incarcerati, i familiari di Xu ritengono che le autorità di Qingdao abbiano "passato la palla" alle autorità di Jinan, forse per spostare la responsabilità della sua morte e rendere più difficile per la famiglia raggiungere Jinan, situata a quasi 200 miglia (circa 322 chilometri) di distanza, per chiedere giustizia.
Il 6 novembre dell'anno scorso il Carcere femminile della provincia dell'Heilongjiang ha comunicato alla famiglia di Guan Hongyan che la donna era deceduta in seguito a "un malore". Secondo gli addetti ai lavori, tuttavia, Guan in realtà sarebbe morta a causa delle ferite riportate dopo essere stata ripetutamente torturata dalle guardie e dalle detenute.
La morte per tortura della sessantatreenne Guan, della città di Qitaihe nella provincia dell'Heilongjiang, è avvenuta dopo circa 16 mesi di detenzione, mentre stava scontando una pena di sette anni e mezzo, per aver praticato il Falun Gong.
L'11 luglio 2022 Guan è stata arrestata e, verso la fine di dicembre 2022 è stata condannata a sette anni e mezzo di prigione dal Tribunale distrettuale di Qiezihe. Dopo essere stata reclusa nel Carcere femminile della provincia dell'Heilongjiang, le guardie le hanno ordinato di rinunciare alla sua fede. La donna si è rifiutata ed è stata sottoposta a varie forme di tortura, che nel mese di novembre dell'anno scorso ne hanno causato il decesso.
Sebbene i dettagli delle torture subite da Guan siano ancora in fase di indagine, è probabile che al momento dell'entrata in prigione sia stata rinchiusa nella Squadra di gestione rigorosa, destinata alle praticanti del Falun Gong appena ammesse.
Secondo le praticanti che sono state inserite in questa squadra, ognuna di loro è stata fatta sedere su un piccolo sgabello, dalle 3:30 alle 22:00 di ogni giorno, mentre era costretta ininterrottamente a guardare video di propaganda anti-Falun Gong. Le praticanti non potevano parlare tra loro e coloro che ancora si rifiutavano di rinunciare alla propria fede venivano insultate e picchiate brutalmente. Non è stato permesso loro di usare il bagno e alcune sono state costrette a farsela addosso. Le guardie hanno anche limitato loro, o impedito del tutto, l'acquisto di beni di prima necessità, e nei fine settimana hanno ridotto il numero dei pasti a due al giorno.
Molte praticanti imprigionate qui sono state ferite e almeno 32, tra cui Guan, sono decedute a causa delle torture subite nel corso degli anni. Giorni dopo la sua morte, all'inizio dello scorso mese di gennaio Li Yuzhen, residente ad Harbin, capitale della provincia dell'Heilongjiang, è deceduta mentre stava scontando una condanna di quattro anni.
Deceduti poco dopo essere stati rilasciati dalla prigione
A Li Fenglan, residente a Baiyin nella provincia del Gansu, è stata ripetutamente negata la libertà condizionata nonostante il suo cancro al seno metastatico, mentre stava scontando la pena per la sua fede nel Falun Gong. Nel mese di dicembre dell'anno scorso, quando è stata finalmente rilasciata, era ormai troppo tardi per curare la sua malattia e settimane dopo, il 10 gennaio scorso, è deceduta all'età di 69 anni.
Il 27 febbraio dell'anno scorso Li era già malata di cancro quando è stata ammessa nella Prigione femminile della provincia del Gansu, per scontare una pena di un anno e otto mesi. Le guardie carcerarie l'hanno portata in ospedale per la chemioterapia, ma il cancro è andato in metastasi.
Sia il marito che le autorità carcerarie hanno chiesto il suo rilascio con la condizionale, ma la polizia responsabile del suo caso ha respinto la richiesta, sostenendo che le era già stata concessa una volta nel 2019 e non le sarebbe stata concessa di nuovo.
Nel mese di dicembre dell'anno scorso, 10 mesi dopo l'entrata in prigione, la sua famiglia ha assunto un avvocato per confutare il rifiuto alla libertà condizionata, da parte delle autorità. L'avvocato è riuscito a convincere la sezione locale del Comitato nazionale della Conferenza politica consultiva del popolo cinese (CPPCC) a fare pressione sulla polizia, affinché approvasse la richiesta. Il rappresentante del CPPCC ha prelevato Li dalla prigione, ma ha dovuto portarla direttamente in ospedale, poiché era ormai sul punto di morire e non poteva più mangiare né bere. L'ospedale ha detto che era troppo tardi per curarla e che poteva solo somministrarle flebo per sostenerla, così il marito ha deciso di riportarla a casa. Poco dopo, la mattina dello scorso 10 gennaio Li è deceduta.
La sua condanna deriva da un precedente arresto avvenuto il 7 agosto 2016. Il giorno successivo la donna era stata rilasciata su cauzione, dopo che le è stata riscontrata la pressione alta e le è stata negata l'ammissione nel locale centro di detenzione. Negli anni successivi la polizia e il tribunale hanno fatto numerosi tentativi per arrestarla, ma senza successo, perché la sua pressione sanguigna era ancora elevata. Nel mese di aprile 2018 è stata processata, ma non è stato comunicato quale pena detentiva le sia stata inflitta. Sebbene sia stata nuovamente rilasciata su cauzione dopo l'udienza, il 19 febbraio 2019 è stata nuovamente arrestata dopo averla convinta con l'inganno a recarsi in tribunale. Il 15 aprile 2019 Li è stata ammessa nel Carcere femminile di Jiuzhou.
In prigione la donna ha sviluppato un cancro al seno ed è stata rilasciata con la condizionale. Il 14 marzo 2022 è stata nuovamente arrestata e rilasciata su cauzione, a causa delle sue condizioni di salute. Il 6 settembre 2022 è stata arrestata, dopo essere stata ingannata con la richiesta di recarsi in tribunale. Il 17 febbraio dell'anno scorso è stata ammessa nel Carcere femminile della provincia del Gansu, per scontare un anno e otto mesi.
Non ci sono notizie di udienze giudiziarie o di pene detentive dopo il suo arresto nel 2022. A causa della censura del regime comunista sulle informazioni, i corrispondenti Minghui devono affrontare enormi difficoltà per raccogliere informazioni accurate in modo tempestivo. Sulla base delle informazioni disponibili finora, l'ipotesi più probabile è che Li sia stata condannata una sola volta, nel 2019, e quando è stata nuovamente arrestata nel 2022, le sia stato ordinato di scontare il resto della pena, per un totale di un anno e otto mesi.
Il 26 novembre dell'anno scorso, quando è stato rilasciato, Pang You, residente a Pechino, era irriconoscibile, dopo aver scontato un anno e tre mesi di prigione per la sua fede nel Falun Gong. L'uomo soffriva di perdita delle proteine sieriche del tratto digerente e di sudorazione eccessiva; era estremamente debole ed aveva difficoltà a camminare.
Il defunto Pang You con la moglie e il figlio
Le autorità hanno tenuto d'occhio Pang, ex direttore dell'ufficio urbanistico e dirigente di una società immobiliare, anche dopo il suo ritorno a casa. Di tanto in tanto gli agenti hanno molestato l'uomo e, durante la settimana delle "Due sessioni" dello scorso mese di marzo, hanno organizzato persone per monitorarlo.
Le "due sessioni" sono le riunioni annuali del Comitato nazionale della Conferenza consultiva politica del popolo cinese (CPPCC) e del Congresso nazionale del popolo (NPC). Quest'anno il CPPCC è iniziato il 4 marzo, mentre l'NPC un giorno dopo, ed entrambi si sono conclusi l'11 marzo. Il regime comunista è noto per intensificare la persecuzione dei praticanti del Falun Gong, in prossimità di date sensibili come le "due sessioni".
Le condizioni di Pang si sono rapidamente deteriorate e, il 9 aprile scorso è deceduto all'età di 61 anni. La sua scomparsa ha coronato decenni di sofferenze per mano del regime comunista.
Dopo il suo arresto del 27 settembre 2000 Pang è stato condannato per la prima volta a otto anni di prigione. Meno di un anno dopo essere stato rilasciato alla fine del mandato, il 3 agosto 2008 è stato nuovamente arrestato e condannato a quattro anni. La sua terza condanna deriva dall'arresto avvenuto il 2 maggio 2022. Pur essendo stato rilasciato su cauzione il giorno successivo, il 28 luglio è stato nuovamente arrestato. Durante la detenzione le sue condizioni di salute sono peggiorate e due mesi dopo è stato portato all'Ospedale della polizia di Pechino. Il 3 luglio dell'anno scorso ha partecipato a un'udienza virtuale nella sua stanza d'ospedale e poco dopo è stato condannato a un anno e tre mesi.
Durante la detenzione, le sue condizioni di salute hanno continuato a peggiorare. Ha avuto un'insufficienza cardiaca e renale, oltre a un grave edema sotto le ossa dell'anca. A un certo punto aveva tutto l'addome gonfio e soffriva di complicazioni diabetiche, con due piaghe aperte nei piedi che trasudavano pus. Avendo difficoltà a stare in posizione eretta. quando il suo avvocato è andato a trovarlo, l'uomo è stato portato via in sedia a rotelle. Nonostante le sue condizioni, le autorità si sono rifiutate di rilasciarlo in libertà vigilata.
Il 3 dicembre dell'anno scorso Chai Cuirong, di 76 anni, della città di Shaerhure a Holingol nella Mongolia Interna, è deceduta otto mesi dopo aver scontato una condanna a tre anni di prigione per la sua fede nel Falun Gong.
Il 7 aprile 2020 Chai Cuirong è stata arrestata per aver distribuito materiale informativo del Falun Gong. La donna è stata trattenuta nel Centro di detenzione di Hure Banner e, dopo essere stata condannata a tre anni, è stata trasferita nella Prigione femminile della città di Hohhot. Per costringerla a rinunciare al Falun Gong, le guardie carcerarie l'hanno torturata e sottoposta a un intenso lavaggio del cervello. La sua salute è rapidamente peggiorata e ha avuto frequenti emorragie vaginali. Nel mese di aprile dell'anno scorso è stata rilasciata, ma il 3 dicembre è deceduta.
La morte di Chai ha coronato la sua decennale persecuzione per aver praticato il Falun Gong. Prima della sua ultima condanna, la donna era stata arrestata almeno altre 10 volte e sottoposta due volte ai lavori forzati. Dopo il suo arresto nel 2002, il marito, allora 61enne, era talmente sconvolto che ha avuto un ictus e poco dopo è deceduto senza aver visto per l'ultima volta la donna con cui era stato sposato per 37 anni. Il nipote dei coniugi, che viveva con loro e praticava il Falun Gong, è stato arrestato due volte ed è rimasto coinvolto ogni volta che Chai è stata arrestata. La scomparsa dello zio lo ha ulteriormente traumatizzato e nel 2003 è deceduto.
Morti dopo le molestie
Alla fine di settembre dell'anno scorso Ma Lianfeng ha perso il controllo del suo triciclo ed è caduta, mentre cercava di evitare l'arresto durante un inseguimento della polizia, riportando gravi ferite e contusioni alle gambe, alle braccia e alla schiena.
La donna è stata fermata dagli agenti, che le hanno confiscato il materiale del Falun Gong trovato nella sua borsa. Ma è stata presa di mira dopo essere stata denunciata da un alunno della scuola elementare, per avergli parlato del Falun Gong. Poiché aveva difficoltà a restare in piedi, la donna non è stata arrestata.
Ma, della città di Longkou nella provincia dello Shandong, non si è mai ripresa dalle ferite riportate e, lo scorso 22 gennaio è deceduta all'età di 69 anni.
Negli ultimi 25 anni di persecuzione, Ma è stata ripetutamente arrestata per la sua fede. Suo marito ha divorziato e lei ha scontato sette anni di prigione, subendo ogni tipo di tortura fisica, oltre alla somministrazione forzata di farmaci sconosciuti. Nel 2010, dopo aver raggiunto l'età pensionabile, il suo datore di lavoro, la Cooperativa di approvvigionamento e commercializzazione di Longkou, ha rifiutato di erogarle i benefici pensionistici, sostenendo che era diventata "non eleggibile" durante la prigionia. Le è stato chiesto un contributo una tantum di 50.000 yuan (circa 6.370 euro), per avere diritto a una pensione mensile di poco più di 700 yuan (circa 90 euro). Non avendo denaro a disposizione, la donna ha rinunciato a cercare di ottenere la pensione.
Dall'ottobre dell'anno scorso Chen Guohua, residente a Dongying nella provincia dello Shandong, ha sofferto di un rapido declino della salute. Non riusciva a mangiare e riusciva a dormire solo una o due ore ogni notte, con l'aiuto di antidolorifici. Il 29 novembre dell'anno scorso la polizia ha tentato di arrestarla, ma ha desistito dopo che le era stato diagnosticato un cancro al fegato metastatico all'ultimo stadio. Le sue condizioni sono drammaticamente peggiorate e, l'11 dicembre è deceduta all'età di 54 anni.
Chen era un'operaia in pensione del giacimento petrolifero di Shengli. Alla fine del 2015 le è stato diagnosticato un cancro al colon e nel 2016 ha iniziato a praticare il Falun Gong. Ben presto ha recuperato il peso che aveva perso a causa del cancro e ha ritrovato un colorito roseo. Da allora ha colto ogni occasione per condividere con le persone la sua storia e ricordare loro che il Falun Gong non è affatto come viene rappresentato dalla propaganda d'odio del regime comunista.
Il 23 aprile 2021 Chen è stata fermata durante un arresto di massa, dopo che la polizia l'aveva convinta ad aprire la porta, affermando di essere dell'ufficio di gestione della proprietà. La donna è stata interrogata per 24 ore consecutive e le è stato ordinato di rivelare l'identità di altri praticanti. A causa della mancanza di prove contro di lei, dopo un giorno di detenzione è stata rilasciata con una cauzione di un anno. La polizia ha trattenuto i suoi documenti e il suo passaporto, oltre a minacciare di incriminarla in qualsiasi momento.
Essendo una praticante del Falun Gong relativamente nuova, Chen ha sentito una forte pressione e non ha osato uscire di casa, per paura di essere nuovamente arrestata. Anche quando usciva, le sembrava di essere seguita dalle persone. Nel mese di ottobre dell'anno scorso, ha improvvisamente iniziato a sentire dolore e malessere nel corpo. La polizia, tuttavia, il 29 novembre ha tentato ugualmente di arrestarla, provocandone la morte 12 giorni dopo.
Il 10 aprile scorso Liu Xiufen, un'anziana donna del distretto di Jinghai a Tianjin, è deceduta non molto tempo dopo essere stata molestata nella sua abitazione dalla polizia, che le ha chiesto se praticava ancora il Falun Gong e se intendeva continuare a cercare giustizia per il suo defunto figlio, deceduto nel 2018, dopo essere stato portato alla malattia mentale durante il suo periodo detentivo di cinque anni.
Ren Dongsheng e sua moglie, Zhang Liqin
Ren dopo essere diventato psicotico durante la detenzione
L'8 marzo 2006 il figlio di Liu Xiufen, Ren Dongsheng, è stato arrestato e condannato a cinque anni, da scontare nel carcere di Binhai. L'uomo è stato brutalmente torturato e gli sono stati somministrati farmaci sconosciuti. Durante gli ultimi otto mesi di detenzione la prigione ha revocato le visite ai suoi familiari. Dopo le proteste di Liu, la prigione le ha mostrato un video del figlio. Si vedeva che era agitato e si comportava in modo inconsueto. Doveva essere rilasciato il 7 marzo 2011, ma quel giorno è stato portato direttamente in un centro per il lavaggio del cervello e trattenuto per un'altra settimana. Quando Liu è andata a prenderlo, è rimasta scolvolta e affranta nel vedere davanti a sé un uomo psicotico.
Il suo mondo è crollato. A quel tempo, sua nuora, Zhang, stava ancora scontando una condanna a sette anni, per aver praticato il Falun Gong.
Nei suoi ultimi anni di vita, Ren è rimasto psicotico e, per la maggior parte del tempo, ha anche sofferto di allucinazioni. Ogni volta che c'era un temporale, si metteva sotto la pioggia urlando ed è scappato diverse volte nel cuore della notte. Spesso si allontanava da casa per giorni e, quando tornava, era sporco e agitato.
Quando qualcuno accennava di sfuggita alla polizia, appariva terrorizzato e mormorava tra sé e sé: "Devo fuggire, altrimenti mi prenderanno". Così scappava da casa e ritornava dopo alcuni giorni. Spesso si svegliava dopo un incubo e gridava: "Non ho paura di voi!".
Nei rari momenti in cui era mentalmente lucido, Ren ha ricordato: "Le guardie carcerarie e i detenuti minacciavano di picchiarmi a morte se non avessi rinunciato alla mia fede".
Dopo che Zhang è stata rilasciata l'11 febbraio 2016, lei e Liu hanno lavorato insieme e sono riuscite a individuare le otto principali guardie carcerarie, responsabili delle torture e della somministrazione di droghe, che hanno causato il crollo mentale di Ren.
Hanno sporto denuncia contro i responsabili presso varie agenzie governative, ma senza alcun risultato. Per i suoi sforzi nel denunciare i perpetratori, Zhang è stata addirittura detenuta per 35 giorni. Nel 2017 Liu ha presentato le sue denunce alla primo Tribunale intermedio e al Tribunale superiore di Tianjin. Tuttavia, essendo ormai scaduto il termine di prescrizione di due anni, il suo caso è stato archiviato.
Alle 2:00 del 12 settembre 2018 Ren è deceduto. Anche dopo la sua morte, le autorità hanno continuato a perseguitare Zhang e Liu.
Le ripetute vessazioni hanno compromesso la salute di Liu, che è stata costretta a letto, ma non è stata risparmiata. Un giorno la polizia ha fatto irruzione in casa sua, chiedendo di parlare con lei. Poco tempo dopo, lo scorso 10 aprile, Liu è deceduta.
Lo scorso 23 maggio Chen Yanping, di 60 anni della città di Guangzhou nella provincia del Guangdong, è deceduta dopo anni di vessazioni da parte della polizia, per la sua fede nel Falun Gong.
Chen, proprietaria di uno studio di architettura, ha attribuito al Falun Gong il merito di aver tenuto sotto controllo la sua cisti epatica congenita (sacca piena di liquido nel fegato). Tuttavia, dopo le ripetute molestie della polizia per la sua fede, ha avuto una ricaduta della sua patologia e ha sviluppato altri sintomi. Non si è mai ripresa e, recentemente è deceduta.
Dopo l'inizio della persecuzione del Falun Gong nel 1999, la polizia ha impedito a Chen di viaggiare all'estero e non le ha concesso nemmeno di recarsi nella vicina Hong Kong. La donna era strettamente sorvegliata. Diverse volte stava per imbarcarsi su un aereo per un viaggio nazionale, quando è stata fermata dalla polizia, che le ha chiesto dove volesse andare. Per evitare ulteriori molestie, anziché viaggiare in aereo, spesso ha percorso lunghe distanze in auto.
L'anno scorso le molestie nei suoi confrontii si sono intensificate, dopo che la polizia ha scoperto che aveva pubblicato su WeChat (una piattaforma di social media) un articolo scritto dal fondatore del Falun Gong. Gli agenti si sono presentati a casa sua e le hanno controllato, contro la sua volontà, il cellulare e i suoi post su WeChat. L'hanno interrogata e le hanno confiscato un ritratto del fondatore del Falun Gong, oltre a opere d'arte con messaggi del Falun Gong.
Un giorno, verso la fine di novembre dell'anno scorso, la polizia ha bussato alla sua porta. Non ricevendo alcuna risposta, gli agenti hanno bussato alla porta della sua vicina, chiedendole se Chen era in casa e con chi viveva. Poco dopo le 20:00 di quella sera, Chen è uscita dal suo condominio per prendere qualcosa nella sua auto. Mentre si dirigeva verso il garage si è imbattuta in quattro agenti di polizia. Non hanno capito subito che era lei, ma lei ha capito che stavano venendo a cercarla. Invece di tornare nel suo appartamento, si è immediatamente allontanata. Non aveva con sé il telefono e non aveva denaro. È riuscita a trovare una sistemazione temporanea e ha vissuto per un periodo di tempo lontana da casa, per evitare di essere arrestata.
A partire dallo scorso mese di febbraio Chen ha iniziato ad avere difficoltà nel camminare e le si sono gonfiati i piedi. Gradualmente il gonfiore si è esteso alle gambe. È aumentata di peso, come anche il suo girovita. L'aumento del peso addominale ha compresso le vene della parte inferiore delle gambe e ha ostacolato il flusso di sangue venoso, peggiorando l'edema agli arti inferiori. Nel frattempo, la pancia premeva contro il diaframma e contro il cuore, che iniziava a battere violentemente. Anche lo stomaco è stato compresso e la donna ha perso l'appetito.
Nonostante mangiasse poco, Chen ha preso quasi 70 libbre (circa 32 chilogrammi) in tre mesi. Si sentiva a disagio in qualsiasi posizione: in posizione eretta, seduta o sdraiata.
Mentre stava soffrendo di una ricaduta della cisti al fegato, la Stazione di polizia di Wushan ha continuato a monitorarla. La donna ha inviato un messaggio su Facetime a qualcuno e, lo scorso 4 aprile, si sono presentati due agenti, che le hanno ordinato di interrompere l'uso di Facetime e hanno cancellato l'applicazione dal suo telefono.
In seguito Chen è stata ricoverata in ospedale. Ha detto diverse volte ai familiari e agli operatori sanitari che se, nel novembre dell'anno scorso, non fosse stata costretta a vivere lontano da casa, la sua salute non sarebbe peggiorata così rapidamente. Nonostante le sofferenza, Chen è rimasta calma e allegra. Il 12 maggio, la Giornata delle infermiere, ha persino regalato loro un cesto di fiori e uno di frutta. Il 23 maggio scorso non è chiaro se sia deceduta in ospedale o nella propria abitazione.
Torturata in custodia, deceduta anni dopo
Liaoning: Praticante impazzita durante la detenzione di un anno, muore sette anni dopo
Xing Anmei, della città di Shenyang nella provincia del Liaoning, ha avuto un crollo mentale a causa delle torture e della somministrazione involontaria di farmaci, mentre stava scontando la pena per la sua fede nel Falun Gong. Per i successivi sette anni ha lottato con una salute cagionevole e, lo scorso 22 febbraio è deceduta all'età di 67 anni.
L'ultimo arresto di Xing risale al 14 aprile 2016, mentre stava facendo colazione in una tavola calda, con il marito e i loro due figli. La polizia ha rivelato che la famiglia è stata presa di mira, dopo aver presentato una denuncia penale contro l'ex dittatore cinese, Jiang Zemin, per aver iniziato la persecuzione del Falun Gong, che ha portato ai loro precedenti arresti.
Un mese dopo il figlio è stato rilasciato, mentre la sorella ha ottenuto la libertà su cauzione ed è stata messa agli arresti domiciliari. La giovane ha detto che suo fratello zoppicava e sembrava stordito dopo che entrambi sono tornati a casa. Il fratello le ha confidato di essere stato picchiato dagli agenti e, per un certo periodo, non ha osato uscire di casa.
Il 23 febbraio 2017 Xing è stata condannata a un anno e multata di 5.000 yuan (circa 640 euro). Quattro giorni dopo, la figlia è stata condannata a un anno di libertà vigilata e multata di 2.000 yuan (circa 260 euro). Il marito è stato condannato a due anni e mezzo, oltre a una multa di 10.000 yuan (circa 1.270 euro).
Nel Centro di detenzione della città di Shenyang, Xing è stata tenuta in cella d'isolamento, torturata e regolarmente sottoposta a somministrazione di farmaci tossici. In seguito ai pestaggi, le sono caduti tutti i denti. Per conseguenza di ciò, aveva difficoltà a masticare e accusava vertigini, affaticamento, palpitazioni e nausea. Nonostante le sue condizioni, le guardie l'hanno incatenata e le hanno legato la mano sinistra a un anello ancorato al pavimento. Non le toglievano le catene nemmeno quando aveva bisogno di andare in bagno. Un'altra volta due detenuti si sono seduti sulle sue gambe, mentre altri due le torcevano le braccia dietro la schiena, ferendola gravemente alla spalla e al braccio sinistro.
Il 14 aprile 2017, quando è stata rilasciata, Xing non era più in sé. Era estremamente impaurita e non riusciva a riconoscere i suoi familiari, nemmeno i suoi figli. Correva giorno e notte, urlava, colpiva le persone e lanciava oggetti da una finestra al piano di sopra. Di tanto in tanto gridava: "Ai praticanti del Falun Gong vengono somministrati a forza farmaci ogni giorno". Dopo aver lottato con una salute cagionevole per sette anni, lo scorso 22 febbraio è deceduta.
Il 27 gennaio scorso Jiang Honglu, di 66 anni della città di Mishan nella provincia dell'Heilongjiang, è deceduto in un centro per anziani, due settimane prima del Capodanno cinese. La sua morte è avvenuta sei anni dopo quella della moglie, Yuan Shuzhi, che il 4 aprile 2018 è deceduta all'età di 60 anni.
Jiang lavorava presso l'amministrazione autostradale della città di Mishan e, nel dicembre 1999 è stato sottoposto a un anno e tre mesi di lavori forzati. Nel 2002 ha parlato alla gente del Falun Gong, ma è stato inseguito da un ufficiale, che gli ha sparato alla gamba e gli ha dato un calcio sulla testa. In seguito, l'uomo è stato condannato a 14 anni e, a causa delle torture subite in prigione, è rimasto paralizzato a entrambe le gambe. Non era in grado di parlare in modo coerente, aveva poca memoria e soffriva di problemi alla prostata. Negli ultimi anni ha avuto bisogno di un sondino per l'alimentazione nasale.
Anche sua moglie, Yuan, è stata ripetutamente arrestata e torturata per aver praticato il Falun Gong. La pressione mentale della persecuzione ha avuto ripercussioni sulla sua salute: ha sviluppato il diabete e un grave gonfiore agli arti inferiori, che alla fine ha portato all'amputazione di entrambe le gambe. Dopo l'operazione, le sue condizioni hanno continuato a peggiorare e il 4 aprile 2018 si è spenta, poco dopo aver compiuto 60 anni.
Il loro figlio, di circa 39 anni, nel corso degli anni è rimasto traumatizzato dalle persecuzioni subite dai genitori. Si è chiuso in se stesso, rifiutandosi di socializzare, e rimaneva quasi sempre nella sua stanza.
Lo scorso 10 aprile Zhang Yueqin, di 78 anni della città di Tangshan nella provincia dell'Hebei, è deceduta meno di quattro anni dopo aver scontato la sua seconda pena detentiva per la sua fede nel Falun Gong.
Zhang Yueqin e suo marito in giovane età
Il 19 aprile 2017 Zhang e suo marito, He Yixing, anch'egli praticante del Falun Gong, sono stati arrestati e, il 21 novembre dello stesso anno, condannati a tre anni e mezzo. Dopo che i loro appelli sono stati respinti, all'inizio di aprile 2018 Zhang è stata ammessa nella Prigione femminile della provincia dell'Hebei, nella capitale Shijiazhuang. Giorni dopo He è stato rinchiuso nella prigione di Jidong, nella città di Tangshan. Durante la sua detenzione, le autorità hanno sospeso a Zhang oltre 100.000 yuan (circa 12.740 euro) di pensione.
Mentre stava scontando la pena, la donna ha subito abusi tali da farle sviluppare un disturbo mentale, e anche il suo generale stato di salute è peggiorato. Nel mese di ottobre 2020 Zhang è stata rilasciata. Quando raccontava ai familiari ciò che aveva subito, le tremavano le gambe in modo incontrollabile e aveva difficoltà a organizzare il discorso. Ha spiegato loro che le guardie avevano aggiunto farmaci sconosciuti al suo cibo. Negli anni successivi la donna ha lottato contro il declino della sua salute mentale. Aveva anche difficoltà a mangiare e spesso vomitava, oltre ad avere la diarrea, con conseguente significativa perdita di peso. Il 10 aprile scorso la donna è deceduta.
Prima della sua ultima condanna, Zhang, pensionata della fabbrica di carne della città di Tangshan, è stata ripetutamente arrestata e detenuta. In precedenza, nel gennaio 2009, era stata condannata a cinque anni, durante i quali è stata brutalmente torturata in prigione.
Il 26 settembre dell'anno scorso Sun Suyun, parrucchiera della città di Haicheng nella provincia del Liaoning, è deceduta dopo essere stata costretta a letto, disabile, per un decennio.
Il 4 agosto 2010 Sun è stata arrestata e successivamente è stata condannata a tre anni di pena detentiva. Nel Carcere femminile della provincia del Liaoning, è stata sottoposta a varie forme di abuso ed è diventata gravemente malata e disabile. L'11 marzo 2013 è stata rilasciata prima del tempo ma, nei 10 anni successivi, è caduta in condizioni critiche diverse volte. Le sono stati diagnosticati un infarto cerebrale, l'ischemia miocardica, il diabete, malattie e insufficienza cardiache. Sentiva un dolore così forte a un lato del corpo che non osava muoversi.
Il marito di Sun, anch'egli parrucchiere, è rimasto traumatizzato dalla sua prigionia e ha subito anch'egli un declino della salute. Poiché entrambi hanno perso la capacità di lavorare, per tirare avanti si sono affidati al magro reddito del figlio. La lotta finanziaria ha ulteriormente aggravato le loro condizioni di salute e, alla fine, Sun ha ceduto alla malattia. La donna aveva 67 anni.
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