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Nel campo di lavoro forzato per donne della città di Harbin, Liu è stata appesa per i polsi, incatenata a un anello ancorato al suolo e privata del sonno e dell'uso del bagno. Oltre alle torture fisiche, è stata costretta a lavorare senza retribuzione, dalle otto alle dodici ore al giorno, e non ha ricevuto cibo a sufficienza.

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All’interno del doppio vetro della finestra sono apparsi altri Falun. Siamo rimasti tutti sbalorditi.

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Dall'inizio della persecuzione, Yan è stata arrestata più volte e ha trascorso tredici mesi in un campo di lavoro forzato, per aver sostenuto la sua fede, dove è stata è stata sottoposta a scosse elettriche e legata nella posizione dell’aquila aperta.

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Il giorno dopo ho chiamato mia nipote e mi ha detto che c’era stato un miracolo: “I risultati del laboratorio erano molto migliori!” Ero felicissima e l’ho incoraggiata a continuare a recitare le frasi di buon auspicio. Mi ha risposto che l’avrebbe fatto di sicuro.

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Dopo che le ho spiegato perché è importante abbandonare le organizzazioni del PCC, ha accettato di farlo. Stava per salire sull’autobus, così le ho messo il calendario nella borsetta. Si è girata verso di me e ha detto: “Non c’è bisogno di metterlo nella mia borsa, non ho nessuna paura!” E l’ha tenuto nella busta di plastica trasparente originale.

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Quando ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la persecuzione, le guardie l'hanno nutrita a forza. Dopo ventisei giorni di torture era emaciata e sul punto di morire. Temendo che potesse spirare nel centro di detenzione, le guardie hanno ordinato ai suoi familiari di andare a riprenderla.

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