(Minghui.org) Secondo le informazioni raccolte dal sito Minghui, lo scorso mese di ottobre sono stati condannati alla prigione 48 praticanti del Falun Gong.

I nuovi casi confermati ne includono due avvenuti l'anno scorso: 38 tra gennaio e ottobre di quest'anno e 8 in data sconosciuta. A causa della sempre più rigida censura sulle informazioni da parte del Partito Comunista Cinese, è stato difficile (se non impossibile) raccogliere molti dettagli sulle incriminazioni, i processi e le sentenze dei praticanti; il che ha causato un ulteriore ritardo nella divulgazione delle notizie.

I praticanti del Falun Gong condannati provenivano da 15 province o municipalità, controllate a livello centrale. Shandong, Liaoning ed Hebei hanno riportato rispettivamente nove, otto e sette casi. Le altre 12 regioni hanno registrato tra uno e quattro casi.

Il termine delle pene dei praticanti variavano da sei mesi a sette anni e mezzo, con una media di due anni e sette mesi. Tra i 20 praticanti di cui si conosceva l'età al momento della sentenza, sette avevano 50 anni, cinque 60 anni, sette 70 anni e uno di 80 anni. Le persone provenivano da tutti i ceti sociali, tra cui insegnanti in pensione, agricoltori, cassieri e manutentori di ascensori.

Dopo aver scontato tre periodi in campi di lavoro e due di prigione per un totale di 14 anni, un'ex ostetrica settantenne della città di Fuyang, nella provincia dell'Anhui, in data sconosciuta è stata nuovamente condannata a cinque anni di prigione, dopo il suo arresto nel luglio 2022. La donna è stata torturata fino a non essere più in grado di camminare. Il fatto che sia costretta a una dieta composta da cibi liquidi (perché non ha denti) rende la sua vita in prigione ancora più dura.

Un ex insegnante della contea di Jingning, nella provincia del Gansu, è stato condannato a tre anni e tre mesi di prigione dopo essere stato arrestato nel mese di marzo dell'anno scorso, per aver parlato del Falun Gong ad alcuni alunni fuori da una scuola. In precedenza, tra novembre 2000 e novembre 2003 aveva scontato tre anni di lavori forzati e, nel mese di dicembre 2000 era stato licenziato dal suo lavoro. Dopo un altro arresto nel marzo 2005, gli è stata inflitta una pena detentiva sconosciuta. Il praticante è stato torturato quasi fino alla morte ed è stato rilasciato prima del tempo. Durante la sua detenzione, la moglie ha dovuto lottare per prendersi cura dei figli e degli anziani genitori; ha sviluppato reumatismi e ha sofferto per tutto l'anno. In data sconosciuta la donna è deceduta.

Dal mese di agosto 2022 due coniugi sessantenni della contea di Liquan, nella provincia dello Shaanxi, sono stati costretti a vivere lontano da casa, per evitare di essere molestati. Lo scorso mese di aprile sono stati arrestati nella città di Xi'an, nella stessa provincia, e nel mese di ottobre sono stati condannati a oltre tre anni. A causa degli abusi subiti in prigione, al marito è stato concesso di scontare la pena ai domiciliari, dopo essere diventato disabile e incontinente.

Di seguito sono riportati i dettagli di alcuni casi di condanna. L'elenco completo dei praticanti condannati può essere scaricato qui (PDF).

Violazione delle procedure legali in ogni fase del processo giudiziario

Shandong: Donna perde l'appello contro la condanna a due anni di prigione per la sua fede nel Falun Gong

Lo scorso 19 agosto Fu Yanli, una donna di 58 anni di Tai'an, nella provincia dello Shandong, è stata condannata a due anni di prigione. La donna ha fatto ricorso, ma il 25 settembre il suo appello è stato respinto.

Yanli, ex medico del 14° Ufficio del Ministero delle ferrovie di Tai'an, è stata licenziata per non aver rinunciato al Falun Gong e le è stata tolta la pensione. Si guadagnava da vivere affittando le sue proprietà e gestendo un negozio di abbigliamento. Il 25 ottobre dell'anno scorso è avvenuto il suo ultimo arresto. Il 15 marzo scorso la donna è stata incriminata dalla Procura distrettuale di Daiyue, che ha trasferito il caso al tribunale locale.

Lo scorso 6 agosto, quando Yanli dopo quasi 10 mesi di detenzione, è comparsa in tribunale, era emaciata, molto debole e incapace di camminare autonomamente. Quando ha provato a sedersi, l'ufficiale giudiziario non le ha fornito un sostegno sufficiente e lei è crollata sulla sedia. Il giudice le ha chiesto come si sentisse. La donna si sentiva debole, stordita e aveva la nausea.

Il giudice le ha chiesto di descrivere il suo arresto. La donna ha raccontato che il 25 ottobre dell'anno scorso, mentre stava tornando a casa, qualcuno l'ha avvicinata nell'ascensore del suo condominio. Le ha chiesto se fosse Fu Yanli. Quando lei ha annuito, l'ha spinta contro la parete dell'ascensore e sono arrivati altri 10 agenti in borghese. Lei ha chiesto loro chi fossero, ma non hanno risposto.

"Lo sa che le sono stati confiscati la stampante e il computer? Ha ricevuto una lista degli oggetti?", le ha chiesto il giudice.

La signora Fu ha risposto che non aveva idea di quali oggetti fossero stati confiscati dal suo appartamento, perché è stata subito trascinata dentro un'auto bianca, e durante la retata non era presente. La polizia non le ha mai fornito un elenco degli oggetti confiscati. Ha aggiunto che le sono stati portati via anche il cellulare, l'auto di famiglia e le chiavi della macchina. Non sapeva cosa avesse fatto la polizia al suo cellulare o alla sua auto, né quali prove ci fossero per accusarla.

Il giudice le ha chiesto di spiegare perché pratica il Falun Gong. Yanli ha raccontato di aver sviluppato, intorno al 1990, una grave malattia ai reni. Essendo allergica agli antibiotici, i medici non potevano più fare nulla per lei. A quel tempo il qigong era molto popolare e molte persone avevano migliorato la loro salute attraverso la pratica. Il presidente dell'ospedale associato al suo posto di lavoro le ha consigliato di praticare il Falun Gong, così lei lo ha provato, trovandolo molto buono. Da allora ha continuato a praticare e la sua salute si è effettivamente ristabilita.

Quando le è stato chiesto se avesse qualcos'altro da aggiungere, la donna ha detto che in Cina nessuna legge criminalizza il Falun Gong o lo etichetta come culto. Il Falun Gong non è stato menzionato nell'elenco dei 14 culti pubblicato, nel 2000, dall'Ufficio di pubblica sicurezza.

L'avvocato della donna ha affermato che, il 1° marzo 2011, l'Amministrazione generale della stampa e della pubblicazione ha emesso l'annuncio 50, abrogando due avvisi che vietavano la pubblicazione di libri del Falun Gong. Pertanto, per la signora Fu era del tutto legale possedere o distribuire pubblicazioni di materiale del Falun Gong, e non avrebbe dovuto essere accusata per questo.

L'avvocato ha anche sottolineato diverse questioni riguardanti le prove contro la sua cliente.

La prima consiste nella testimonianza di due praticanti del Falun Gong, Wang Range e Cheng Guifeng, arrestate rispettivamente nel 2020 e nel 2021, per aver distribuito calendari con informazioni sul Falun Gong. Range è stata rilasciata dopo tre mesi di detenzione e Guifeng è stata condannata, nel mese di maggio 2022, a sei mesi con un anno di libertà vigilata. Il pubblico ministero incaricato del caso della signora Fu ha affermato che sia Wang cheCheng, così come i loro figli, hanno testimoniato che è stata Fu a fornire loro i calendari.

L'avvocato della signora Fu ha sottolineato che nessuno dei testimoni è comparso in tribunale per essere interrogato, né la polizia o il pubblico ministero hanno verificato i loro racconti. Poiché è risaputo che la polizia falsifica i verbali degli interrogatori per incastrare i praticanti del Falun Gong (anche nel caso della signora Fu), questi resoconti, non verificati, non possono essere usati come prove valide per l'accusa. D'altra parte, se i calendari sono stati effettivamente forniti dalla signora Fu, perché la polizia non l'ha arrestata allora, ma ha aspettato tre anni per archiviare il caso contro di lei?

Il pubblico ministero ha anche presentato la testimonianza di un autista di consegne, il quale si è ricordato di una donna sulla cinquantina, che si è recata due volte nel suo negozio per ritirare due scatole di carta per fotocopie. Il numero di targa registrato dall'autista era lo stesso della signora Fu.

Yanli ha risposto che per lei era del tutto normale acquistare carta per fotocopie e ha chiesto cosa abbia spinto l'autista a registrare la sua targa. Il suo avvocato ha aggiunto che la carta per fotocopie non è un prodotto illegale e che chiunque può acquistarla. Inoltre, l'autista non ha potuto confermare che fosse la signora Fu a ritirare la carta e che poteva essere stato qualcuno della sua famiglia a guidare la sua auto.

Il pubblico ministero ha mostrato alcuni filmati notturni girati tre anni prima, con una risoluzione molto bassa, sostenendo che riprendevano la signora Fu mentre stava distribuendo il materiale. L'avvocato della praticante ha affermato che i video erano molto sfocati e non permettevano di identificare chiaramente la persona ripresa. Ha inoltre affermato che se i calendari fossero stati effettivamente distribuiti dalla sua cliente, la polizia avrebbe dovuto essere in grado di ricavarne le impronte digitali, ma non è mai stata fornita alcuna informazione in tal senso.

Il pubblico ministero ha accusato la signora Fu di non aver firmato i verbali degli interrogatori o l'elenco degli oggetti confiscati. La donna ha chiarito che la polizia non le ha mostrato l'elenco. Il motivo per cui non ha firmato i verbali dell'interrogatorio è che ciò che la polizia ha scritto non era quello che lei aveva detto, quindi ovviamente non poteva firmare.

Alla fine, l'avvocato della donna ha sottolineato che il pubblico ministero ha accusato la sua cliente di “minare l'applicazione della legge con un'organizzazione di culto”, il pretesto standard usato dai tribunali cinesi per criminalizzare i praticanti del Falun Gong, ma non ha dimostrato come lei abbia minato l'applicazione della legge. Inoltre, il procuratore non è stato in grado di dimostrare quale danno avrebbe potuto causare a qualsiasi individuo o alla società in generale, praticando il Falun Gong. Questi cittadini rispettosi della legge non dovrebbero essere perseguiti semplicemente perché praticano la loro fede, per essere brave persone e tenersi in forma”. L'avvocato ha esortato il giudice ad assolvere la sua cliente.

Il giudice ha aggiornato l'udienza alle 12:30 e, due settimane dopo, ha condannato la signora Fu.

Mongolia Interna: Due residenti condannati a lunghe pene detentive per la loro fede nel Falun Gong

Il sito Minghui ha confermato che, nello scorso mese di ottobre, due uomini della città di Yakeshi, nella Mongolia Interna, sono stati condannati a sette e sette anni e mezzo per la loro fede condivisa nel Falun Gong.

L'8 aprile dell'anno scorso Guo Changsuo è stato arrestato durante una retata della polizia, mentre quasi due settimane dopo, il 19 aprile, anche Sun Wentian è stato arrestato. Entrambi sono stati trattenuti nel Centro di detenzione della città di Yakeshi e successivamente incriminati dalla procura locale. Il 9 luglio scorso il Tribunale della città di Yakeshi ha condannato Changsuo a sette anni e Sun a sette anni e mezzo. I due hanno fatto ricorso in appello al Tribunale intermedio di Hulunbuir, che ha ordinato un nuovo processo.

Durante il processo, i difensori delle famiglie del signor Guo e del signor Sun hanno presentato istanze di non colpevolezza. I praticanti hanno anche testimoniato in propria difesa e il giudice non ha interrotto la loro testimonianza, come avviene di solito nelle udienze del Falun Gong.

Dopo il nuovo processo, le famiglie dei praticanti hanno anche inviato alcune lettere al giudice, descrivendo come il Falun Gong sia liberamente praticato in tutto il mondo, e la mancanza di qualsiasi base legale per la persecuzione in Cina. Il giudice ha comunque confermato le sentenze di entrambi i praticanti.

I praticanti hanno fatto nuovamente ricorso, ma il presidente della corte d'appello, Miao Huanchun, si è rifiutato di tenere un'udienza pubblica sul caso e, il 23 settembre, ha deciso di confermare le sentenze, senza informare i difensori dei praticanti. Quando gli avvocati sono venuti a conoscenza della sentenza e si sono recati in tribunale per informarsi sulla situazione, sono rimasti sorpresi nel sentirsi dire che la rappresentanza dei loro cari era stata sospesa. Il tribunale si è rifiutato di fornire qualsiasi documento a sostegno della decisione.

Le famiglie hanno assunto altri avvocati per parlare con i praticanti in prigione, ma la corte d'appello aveva ordinato al centro di detenzione di impedire loro il diritto di visita. Il tribunale ha anche comunicato agli avvocati che se i loro clienti intendevano presentare una mozione di riesame del caso, avrebbero dovuto presentare la domanda alle autorità carcerarie, in quanto lo stesso tribunale non ne era più responsabile.

Condannata per aver sensibilizzato la gente sul Falun Gong e sulla persecuzione

Liaoning: Dopo cinque anni e mezzo dietro le sbarre una praticante viene condannata ad altri quattro anni e mezzo per aver fatto dei ciondoli e gridato "La Falun Dafa è buona!"

Lo scorso 11 ottobre Nie Jing, di 50 anni della città di Jinzhou nella provincia del Liaoning, è stata condannata a quattro anni di prigione. La donna è stata accusata dal pubblico ministero di aver fabbricato, un anno fa, ciondoli di zucca con informazioni sul Falun Gong a casa di un altro praticante, e di aver gridato "La Falun Dafa è buona!", quando dopo l'arresto del 24 aprile scorso, è stata portata in un ospedale per l'esame fisico.

Durante l'udienza del 9 ottobre scorso il suo avvocato ha presentato un'istanza di non colpevolezza per conto della signora Nie. Il difensore ha sostenuto che il pubblico ministero non aveva presentato prove che dimostrassero come la pratica del Falun Gong o la realizzazione dei ciondoli avessero causato danni a persone o alla società in generale. Nessun testimone è apparso in tribunale per il controinterrogatorio.

Il giudice Yang ha insistito che la signora Nie potesse rispondere solo "Sì" o "No" alle sue domande. Quando la donna ha spiegato com’e guarita dai suoi problemi allo stomaco e ai reni, un mese dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong nel 1997, il giudice l'ha interrotta dicendo: “Lei è cinese? Non riesce a capire il cinese?, riferendosi alla sua precedente domanda (Sì o No).

Dopo un'ora il giudice Yang ha aggiornato l'udienza. Un giorno dopo ha condannato la signora Nie a quattro anni e mezzo di prigione.

Non è la prima volta che Jing viene presa di mira per la sua fede. Poco dopo l'inizio della persecuzione del Falun Gong, nel 1999, è stata rinchiusa per tre anni nel famigerato Campo di lavoro forzato di Masanjia. È stata legata e colpita con i bastoni elettrici su collo, petto, schiena e piedi. La sua pelle era bruciata e aveva vesciche dolorose e strazianti in tutto il corpo.

Il 24 settembre 2019 Jing è stata nuovamente arrestata e, il 29 dicembre 2019, è stata condannata a due anni e mezzo di prigione, oltre a una multa di 20.000 yuan (circa 2.620 euro).

Hebei: Praticante condannata a quattro anni per la sua fede nel Falun Gong e licenziata dal posto di lavoro

Il 23 febbraio dell'anno scorso Zhao Hongmei, di 51 anni della città di Qinhuangdao nella provincia dell’Hebei, ha affisso dei manifesti sul Falun Gong ed è stata denunciata. La polizia, esaminando i filmati delle telecamere di sorveglianza stradale, l'ha identificata e, l'8 marzo dell'anno scorso l’ha arrestata davanti alla casa del padre.

L'arresto della signora Zhao ha devastato il padre di 90 anni. La sua salute si è rapidamente deteriorata e recentemente è deceduto, senza poter vedere sua figlia per l'ultima volta.

Hongmei è stata condannata a quattro anni di prigione e multata di 5.000 yuan (circa 660 euro). La sorella non ha potuto assistere all'udienza.

In seguito alla condanna della signora Zhao, il tribunale ha prelevato 5.000 yuan dal suo conto corrente per pagare la multa. La donna è stata anche licenziata dal suo lavoro, l'agenzia educativa locale.

Jiangxi: Praticante di 53 anni condannata, negate le visite dei familiari dallo scorso anno

Il 13 luglio dell'anno scorso Zhu Lanhui, di 53 anni della contea di Yushan nella provincia dello Jiangxi, è stata arrestata nella propria abitazione da oltre 10 agenti di varie agenzie, tra cui la Divisione di sicurezza interna, l'Ufficio 610, il Comitato per gli Affari Politici e Legali e il Comitato di strada. La polizia ha ricevuto una soffiata sul fatto che qualcuno avesse distribuito volantini del Falun Gong, e ha identificato la donna grazie ai filmati delle telecamere di sorveglianza. A Lanhui è stato confiscato il computer, che in seguito è stato restituito.

La signora Zhu ha fatto uno sciopero della fame di oltre 10 giorni ed è diventata molto debole. Pesava solo 66 libbre (circa 30 chilogrammi), così le guardie del centro di detenzione l'hanno nutrita con il latte e le hanno somministrato liquidi per via endovenosa.

I suoi familiari hanno speso più di 10.000 yuan per un avvocato, che però si è dichiarato colpevole per lei. In data sconosciuta Lanhui è stata condannata a tre anni e mezzo di prigione. Solo lo scorso mese di ottobre la sua famiglia, che non aveva mai avuto il permesso di farle visita nel centro di detenzione, ha saputo della sua ingiusta condanna e del suo trasferimento in prigione, ma non le è stata comunicata la data esatta. I familiari hanno contattato il carcere (nome esatto sconosciuto) per chiedere di poterla incontrare, ma è stato detto loro che l'incontro sarebbe stato concesso solo dopo che la donna avesse rinunciato al Falun Gong. Un informatore ha rivelato loro che Lanhui sta soffrendo di dolori ai piedi.

Chongqing: Praticante 71enne condannata a un anno e mezzo per la sua fede

All'inizio dello scorso mese di febbraio Yang Li, di 71 anni di Chongqing, è stata denunciata per aver parlato del Falun Gong alla gente fuori da un mercato comunitario. La mattina dell'8 febbraio la polizia ha chiamato suo marito e gli ha ordinato di dirle di presentarsi alle 14:00 del pomeriggio.

La signora Yang si è recata alla stazione di polizia e ha dato agli agenti un volantino del Falun Gong, sperando che potessero conoscere i fatti sulla persecuzione. Invece di leggerlo, gli agenti hanno messo l'opuscolo in una busta di plastica, per conservarlo come “prova” che lei aveva violato la legge. La donna è stata anche perquisita e le sono stati confiscati quattro amuleti e diverse banconote con messaggi del Falun Gong stampati sopra (poiché il regime comunista blocca tutti i canali legali che consentono ai praticanti di appellarsi al diritto di praticare la loro fede, essi usano modi creativi per diffondere messaggi sul Falun Gong).

Gli agenti hanno portato la signora Yang al Dipartimento di polizia del distretto di Jiangbei, dov'è stata trattenuta per tutta la notte. Il mattino dopo è stata sottoposta a un esame fisico, ma non è stata ritenuta idonea alla detenzione. Nel pomeriggio la polizia l'ha comunque accompagnata al centro di detenzione locale. Li aveva la pressione alta e le è stato negato l'accesso.

La sera stessa Li è stata rilasciata e ha saputo dal marito che, mentre lei era detenuta, la polizia aveva fatto irruzione nella loro abitazione. Alla donna sono stati confiscati i libri del Falun Gong, più di 10 copie di materiale informativo e gli elenchi delle persone che hanno rinunciato all'iscrizione al Partito Comunista Cinese, perché perseguita il Falun Gong.

Gli agenti le hanno ordinato di presentarsi alla stazione di polizia ogni volta che sarà convocata. Le hanno anche intimato di non uscire e di non parlare più alla gente del Falun Gong. Le hanno ordinato di firmare dichiarazioni di rinuncia alla sua fede, ma non è chiaro se Li abbia o meno ottemperato. In seguito hanno sottoposto il suo caso alla Procura del distretto di Jiangbei e il procuratore Liu Jie l'ha incriminata per “aver minato l'applicazione della legge con un'organizzazione di culto”, il pretesto standard usato per criminalizzare i praticanti del Falun Gong. Il caso è stato assegnato al giudice Wang Guoping del Tribunale distrettuale di Jiangbei.

Il 14 agosto scorso la signora Yang è comparsa davanti al giudice e successivamente è stata messa agli arresti domiciliari. Il 30 settembre Wang Guoping ha annunciato il verdetto, aggiungendo tre mesi alla pena di 15 mesi raccomandata dal pubblico ministero.

Non è la prima volta che Li, operaia in pensione, viene presa di mira per la sua fede. In precedenza è stata detenuta almeno altre sei volte (tre volte nei centri per il lavaggio del cervello, una volta in un centro di detenzione e due volte in una cella). Il 13 novembre 2013 è stata condannata a quattro anni e il 10 gennaio 2017 è stata rilasciata dal Carcere femminile di Chongqing. Anche dopo il suo rilascio la polizia ha continuato a perseguitarla.

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