(Minghui.org) Nel mese di maggio sono stati segnalati 71 casi di praticanti del Falun Gong condannati per la loro fede.
I nuovi casi riportati ne includono 7 avvenuti nel 2023, 52 nel 2024 e 12 casi la cui data è sconosciuta. I casi di quest'anno sono stati suddivisi in due casi nel mese di gennaio, uno a febbraio, due a marzo, 17 ad aprile, 21 a maggio e nove il cui mese è sconosciuto. A causa della sempre più rigida censura sulle informazioni da parte del Partito Comunista Cinese, è stato difficile (se non impossibile) raccogliere molti dettagli sulle incriminazioni, i processi e le condanne dei praticanti, il che ha causato ulteriori ritardi nella pubblicazione dei resoconti.
I 71 praticanti del Falun Gong condannati provengono da 17 province e tre municipalità, controllate a livello centrale. Liaoning e Hubei sono in cima alla lista, rispettivamente con 12 e 10 casi. Le altre 18 regioni hanno avuto casi a una sola cifra, tra uno e nove. Le pene dei praticanti variavano da sei mesi a otto anni, con sette di loro che hanno ricevuto cinque anni o più. Un praticante condannato a otto anni è stato anche multato di 40.000 yuan (circa 5.140 euro).
Al momento della sentenza, 34 praticanti avevano 60 anni o più: 12 sessantenni, 20 settantenni e due ottantenni. I praticanti ottantenni, entrambi della provincia del Guizhou, sono stati condannati a quattro anni e mezzo di pena detentiva.
Molti dei praticanti condannati hanno perso i loro coniugi, a causa della persecuzione. Tra quelli condannati c'è anche una coppia di coniugi, il cui marito sta lottando con alcune patologie, a causa del suo sciopero della fame per protestare contro la detenzione. La condanna a due anni di prigione di una madre single, per aver distribuito materiale del Falun Gong, ha lasciato le sue due figlie adolescenti in una situazione disastrosa. Durante l'arresto, la madre di una residente negli Stati Uniti è stata picchiata ed è stata incarcerata per scontare una pena di durata sconosciuta.
Alcuni praticanti, prima della loro ultima condanna, hanno già trascorso più di 10 anni in prigione. Tra questi, un uomo di 53 anni a cui sono stati inflitti altri sei anni, dopo aver scontato tre pene detentive per un totale di 12 anni e mezzo, e una lavoratrice di fast food che è stata condannata a tre anni, dopo aver scontato un precedente mandato di 10 anni.
Una residente di Pechino, di 70 anni, ha avuto un attacco di cuore e un aumento della pressione sanguigna, dopo essere stata interrogata per un'intera notte senza aver la possibilità di dormire. A causa delle sue condizioni fisiche, le è stato concesso di scontare la pena di tre anni e mezzo ai domiciliari.
Una venditrice di generi alimentari, di 50 anni della provincia dello Jiangxi, è stata arrestata mentre stava passeggiando nel parco e, nel mese di novembre dell'anno scorso, è stata processata. Il giudice le ha ordinato di dichiararsi colpevole di praticare il Falun Gong, ma lei si è rifiutata ed è stata condannata a un anno e mezzo.
Di seguito sono riportati i dettagli di alcuni casi di condanna. L'elenco completo dei praticanti condannati può essere scaricato qui (PDF).
Condanna di madri
Madre di una residente negli Stati Uniti finisce in carcere per la sua fede nel Falun Gong
Lo scorso 15 gennaio Meng Zhaohong è stata rinchiusa in una prigione della provincia dell'Hebei per la sua fede nel Falun Gong. Sua figlia, Ding Yue, che attualmente risiede in California, ha chiesto al regime comunista di rilasciare immediatamente sua madre.
Ding Yue, insieme al marito, ha chiesto il rilascio di sua madre, Meng Zhaohong
Il 9 maggio dell'anno scorso Meng, infermiera in pensione di 66 anni della città di Qinhuangdao nella provincia dell'Hebei, è stata arrestata per aver parlato alla gente del Falun Gong. Gli agenti l'hanno condotta in un seminterrato buio e umido del dipartimento di polizia e interrogata. Un agente l'ha schiaffeggiata più di 20 volte, provocandole un dolore persistente al collo e alle orecchie.
La polizia ha ordinato a Meng di farsi fotografare, mentre teneva in mano una borsa contenente libri del Falun Gong. La donna si è rifiutata di dare loro la possibilità di fabbricare prove contro di lei.
In seguito gli agenti hanno portato Meng all'Ospedale della polizia della città di Qinhuangdao, per un esame fisico. Alla donna sono state riscontrate la tubercolosi e la sclerosi coronarica. Poiché, in base ai risultati degli esami, le strutture di detenzione locali si sono rifiutate di ammetterla, la polizia l'ha riportata in ospedale, dove è rimasta fino allo scorso 15 gennaio, quando è stata trasferita nel Carcere femminile di Shijiazhuang, per scontare una pena sconosciuta.
Secondo un informatore, quand'era detenuta Meng ha chiesto di presentare una mozione per riconsiderare il suo caso. Il 29 aprile scorso le ha fatto visita il suo avvocato e l'incontro di due ore è stato monitorato da vicino da due guardie carcerarie, che hanno anche fotografato la mozione preparata dal legale. Dopo aver letto una frase che parlava di come Meng non fosse idonea alla detenzione, le guardie hanno affermato che era perfettamente sana e non aveva alcuna malattia. La donna ha anche preparato da sola una mozione, ma le guardie non le hanno permesso di usarla.
Le autorità le hanno anche sospeso la pensione, adducendo la scusa che non aveva consegnato i documenti per il rinnovo annuale.
Tianjin: Madre single di due figlie condannata a due anni per la sua fede nel Falun Gong
La famiglia di Liang Hui, residente a Tianjin, ha recentemente appreso che, l'anno scorso è stata condannata a una pena detentiva di due anni. Anni fa la donna ha divorziato e le è stata affidata la custodia delle due figlie. La sua incarcerazione ha lasciato le due adolescenti in una situazione difficile.
Nel mese di settembre 2020 Liang ha letto per la prima volta lo Zhuan Falun, il testo principale degli insegnamenti del Falun Gong, e ha trovato risposta a molte domande sulla vita. Pertanto, nell'ottobre 2021, ha deciso d'iniziare a praticare.
Per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla persecuzione, ha distribuito materiale informativo nel suo quartiere, ma il 26 marzo dell'anno scorso è stata arrestata. I suoi familiari hanno contattato diversi avvocati, che si sono tutti rifiutati di accettare il caso, citando un avviso interno del regime comunista, secondo il quale non è loro consentito di rappresentare i praticanti del Falun Gong.
All'inizio dello scorso mese di maggio la famiglia di Liang ha appreso che l'anno passato è stata condannata a una pena di due anni e portata nel carcere femminile di Tianjin.
Persecuzione delle famiglie
Il 20 marzo dell'anno scorso Chen Deguang, di 78 anni residente a Lanzhou nella provincia del Gansu, è stato arrestato e, all'inizio del mese di aprile scorso, è stato condannato a tre anni e otto mesi di prigione.
Non è la prima volta che Chen, pensionato dell'ormai dismessa compagnia di costruzione metallurgica n° 4, è stato preso di mira per la sua fede. Nel corso degli anni lui e sua moglie, Sheng Chunmei, anche lei praticante del Falun Gong, sono stati ripetutamente arrestati. In particolare, dopo il loro arresto nel luglio 2011 sono stati condannati entrambi a nove anni di prigione.
A causa delle torture subite nel Carcere femminile della provincia del Gansu, la salute di Sheng si è deteriorata; ha sofferto di infezione alla cistifellea, ipertensione e diabete. Le autorità carcerarie non l'hanno rilasciata, finché non era sul punto di morire e, settimane dopo, il 12 ottobre 2017 è deceduta all'età di 65 anni.
Anche Chen è stato sottoposto a terribili torture nel carcere di Lanzhou. Dopo essere stato rilasciato il 6 luglio 2020, ha appreso che la sua pensione era stata illegalmente revocata nel 2012 (il secondo anno di detenzione). L'ufficio locale per la previdenza sociale non soltanto si è rifiutato di ripristinargli i suoi benefici pensionistici, ma ha anche incaricato la figlia di informarlo che doveva restituire i pagamenti della pensione, emessi tra il mese di luglio 2011 quando è stato arrestato, e il 2012 quando è stata sospesa. Non è chiaro se l'uomo abbia o meno ottemperato.
Lo scorso 20 aprile la famiglia di Wang Yonghua ha confermato che la cittadina di Qinhuangdao, nella provincia dell'Hebei, è stata condannata a tre anni di prigione per aver praticato il Falun Gong. Secondo il suo avvocato, la donna soffre di una malattia dovuta agli abusi subiti nel centro di detenzione e non è in grado di camminare autonomamente.
È la seconda volta che Wang viene condannata per la sua fede, dopo una precedente condanna a tre anni e mezzo di prigione. Nel 2017 suo marito, anch'egli praticante del Falun Gong, è deceduto cinque anni dopo aver scontato una condanna di quattro anni, durante i quali ha subito terribili torture.
Dopo l'ultimo arresto di Wang, avvenuto nel mese di luglio dell'anno scorso, sua figlia Ming (pseudonimo), che è cresciuta assistendo alle persecuzioni dei suoi genitori, ha dovuto affrontare ripetute vessazioni da parte della polizia, che ha anche costretto la società di media per cui lavorava a licenziarla.
Ming ha prenotato un viaggio a Pechino per lo scorso 22 marzo. Dopo aver acquistato il biglietto del treno, la polizia l'ha chiamata chiedendole di annullare il viaggio e lei ha acconsentito. Il 22 aprile, quando ha cercato di acquistare un altro biglietto, le è stato detto che non poteva recarsi a Pechino, a causa dell'imminente anniversario dello storico appello del 25 aprile. Le autorità di polizia le hanno detto che era in restrizione di viaggio e che doveva ottenere la loro approvazione prima di recarsi nella capitale cinese. Ming è riuscita a ottenere il permesso di recarsi a Pechino, ma la polizia ha insistito perché tornasse il giorno stesso. Quando si è recata nella capitale cinese, è stata fermata da un agente di sicurezza alla stazione ferroviaria che le ha perquisito la borsa.
In seguito, Ming ha prenotato una vacanza in Corea del Sud. Ha speso decine di migliaia di yuan (migliaia di euro) per l'albergo e i biglietti aerei, ma i doganieri hanno impedito a lei e alla figlia di imbarcarsi, con la motivazione che le era stato ordinato di presentarsi immediatamente alla polizia. La donna si è recata alla stazione di polizia, dove ha saputo di essere stata classificata come "individuo sensibile" ed essere stata messa sotto "stretta sorveglianza". Non le era permesso uscire dalla città, senza il permesso delle autorità, tanto meno lasciare il Paese. La polizia ha anche minacciato di costringere il datore di lavoro del marito a licenziarlo.
Recentemente Zhang Deguo, residente a Linghai nella provincia del Liaoning, è stato ammesso nella prigione di Jinzhou per scontare una pena di un anno e mezzo.
Il 5 dicembre dell'anno scorso il settantaquattrenne è stato arrestato per aver distribuito materiale informativo del Falun Gong. La polizia ha fatto irruzione nel suo appartamento e gli ha confiscato i libri del Falun Gong e altri effetti personali.
Quando il figlio di Zhang ha chiesto di diventare il suo difensore familiare non avvocato, il procuratore e il tribunale hanno negato la sua richiesta, sostenendo che non poteva dimostrare la sua relazione con Zhang.
I familiari non sono stati in grado di assumere un avvocato per difenderlo ed è rimasta all'oscuro sulla sua situazione. Il figlio ha confermato solo di recente che Zhang è stato trasferito nel carcere di Jinzhou, ma non sa nulla riguardo all'incriminazione, al processo, alla sentenza o quando sia stato trasferito in prigione.
Prima di quest'ultima sentenza, Zhang aveva già scontato due periodi in un campo di lavoro ed era stato brutalmente torturato. Sua moglie, Li Jinqiu, il loro figlio Zhang Lei e sua moglie, Zhao Xiaochun, oltre a sua madre, He Yuxiang, sono stati perseguitati per la loro fede condivisa.
Il 31 luglio dell'anno scorso, pochi mesi prima dell'arresto di Zhang, sua moglie Li, di 73 anni, è stata arrestata dalla polizia per aver distribuito materiale del Falun Gong a una fiera comunitaria. Il 13 novembre è stata condannata a quattro anni di prigione e multata di 8.000 yuan (circa 1.030 euro).
Arresti e condanne arbitrari
Hunan: Praticante 71enne finisce in carcere per aver parlato alla gente del Falun Gong
Luo Fenghua di 71 anni, della città di Hengyang nella provincia dell'Hunan, è stata ammessa nella Prigione femminile della provincia dell'Hunan, per scontare una pena di un anno per la sua fede nel Falun Gong.
Il 27 giugno dell’anno scorso la donna è stata denunciata per aver parlato alla gente del Falun Gong. È stata arrestata alla cassa di un supermercato mentre stava per pagare, ed stata portata alla stazione di polizia, dove erano presenti anche le quattro persone che l'avevano denunciata.
Senza mostrare un mandato d'arresto o un documento d'identità, gli agenti l'hanno trattenuta nella stazione di polizia per otto ore, prima di trasferirla, intorno alle 23:00, nel carcere locale. Sei agenti l'hanno ammanettata in modo così rude da strapparle un pezzo di carne lungo quasi cinque centimetri dal pollice sinistro. La polizia non le ha offerto alcuna cura per il dito sanguinante e l'ha trattenuta per tutta la notte in una stanza fredda e buia.
Infreddolita e affamata, alle 10:00 del giorno successivo, Luo è stata portata in ospedale per un esame fisico. La donna si è rifiutata di collaborare, così la polizia ha falsificato i referti. Intorno alle 16:30, quando è stata portata al centro di detenzione, non aveva mangiato per oltre 40 ore ed era così debole che gli agenti hanno dovuto trovarle una sedia a rotelle.
Alla donna sono stati confiscati 320 yuan (circa 40 euro) in banconote di carta su cui erano stampate informazioni sul Falun Gong. La stampa dei messaggi sulle banconote è un modo creativo, che i praticanti del Falun Gong usano per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla persecuzione. Le banconote sono state usate come prova contro di lei.
Luo è stata rinchiusa per quattro mesi e 12 giorni, durante i quali ha perso più di 22 chilogrammi.
Il 28 ottobre ha sviluppato una pancreatite acuta. Quando è stata ricoverata in ospedale per essere curata, le guardie l'hanno tenuta incatenata al letto. Nemmeno quando si è recata in bagno, le hanno tolto le catene, che le sfregavano sui talloni, facendoli sanguinare.
Il 17 novembre la polizia l'ha fatta salire su una volante, ancora ammanettata e incatenata, e l'ha condotta al Tribunale della città di Liuyang, viaggiando per oltre un'ora.
Arrivati in tribunale, Luo era confusa e non è scesa subito dall'auto. Un agente sui 20 anni le ha gridato tre volte: "Esci o no?". Prima che lei potesse rispondere, l'ha trascinata fuori dall'auto, fino all'interno del tribunale, prima di gettarla su una sedia in una piccola stanza. La donna trascinava i piedi sul terreno e aveva la maglia sollevata e avvolta sulla testa, che le rendeva difficile respirare. Aveva anche la parte superiore del corpo completamente esposta.
Quando Luo si è rifiutata di entrare in aula, i giudici e il cancelliere si sono recati nella stanzetta e hanno annunciato che era stata condannata a 12 mesi con 15 mesi di libertà vigilata, oltre a una multa di 10.000 yuan (circa 1.290 euro), per aver "minato l’applicazione della legge con un'organizzazione di culto", il pretesto standard usato per criminalizzare i praticanti del Falun Gong.
Il 22 dicembre la donna ha presentato ricorso in appello, ma la polizia e l'ufficio giudiziario l'hanno molestata e minacciata di riprenderla in custodia. Il 28 dicembre dell'anno scorso un funzionario del tribunale si è recato presso il suo appartamento con il suo avvocato. Poiché lei non era in casa, hanno costretto il figlio a firmare la lettera e l'appello. La donna è stata portata nel Carcere femminile della provincia dell'Hunan, anche se in origine non avrebbe dovuto scontare la pena in prigione, dato che era in libertà vigilata.
Shanxi: Praticante condannata a due anni di prigione per la sua fede nel Falun Gong
Alle 11:00 del 19 ottobre dell'anno scorso più di 10 agenti di polizia della città di Yangquan, nella provincia dello Shanxi, hanno fatto irruzione nel luogo di lavoro di Wang Zhongming e gli hanno chiesto se avesse pubblicato online, dal suo cellulare, un video relativo al Falun Gong. Wang ha riconosciuto che il video era stato postato dal suo telefono, ma ha detto di non ricordare di averlo postato lui stesso.
La polizia ha portato Wang, che non pratica il Falun Gong, a casa sua. Gli hanno strappato di mano la chiave dell'appartamento e hanno aperto la porta. Sua moglie, Li Guilin, era in casa ed è stata arrestata sul posto. La polizia le ha confiscato il computer, la stampante, i libri del Falun Gong e il materiale informativo.
Lo scorso 27 marzo Li è comparsa davanti al giudice del Tribunale della contea di Pingding. Il suo avvocato ha presentato per lei un'istanza di non colpevolezza, affermando che il pubblico ministero non ha presentato alcuna prova per dimostrare come Li abbia violato la legge o causato danni a qualcuno. La sua pratica del Falun Gong era solo una sua convinzione personale, e parlarne ad altri non può aver danneggiato nessuno.
L'avvocato ha aggiunto che nessuna legge in Cina ha mai criminalizzato il Falun Gong. L'Amministrazione generale della stampa e delle pubblicazioni ha da tempo (nel 2011) revocato il divieto di pubblicazione del Falun Gong.
Non potendo confutare l'avvocato, il pubblico ministero ha affermato che il cellulare di Li conteneva la registrazione del suo invio di video del Falun Gong e di articoli scritti dal suo fondatore a sette persone, tra cui sua figlia, un operatore della comunità e altre cinque dall'identità sconosciuta. Tuttavia, ad eccezione della figlia e dell'assistente sociale, tutti gli altri "testimoni" hanno dichiarato di non ricordare che Li abbia condiviso con loro i video in questione.
Al termine dell'udienza il giudice non ha annunciato il verdetto, ma settimane dopo l'ha condannata a due anni di prigione.
L'anno scorso Gao Shufen, di 60 anni della contea di Jianchang nella provincia del Liaoning, ha avuto un ictus ed è rimasta paralizzata a un lato del corpo. Nonostante le sue condizioni, lo scorso 25 aprile il giudice e il pubblico ministero hanno tenuto un'udienza presso la sua abitazione e, il 30 maggio, l'hanno condannata a un anno e mezzo, oltre a una multa di 5.000 yuan (circa 640 euro).
L'ultima condanna di Gao è stata causata da un incidente avvenuto il 28 marzo 2019. Quel giorno lei e altri sei praticanti si sono recati in un villaggio vicino, per distribuire materiale informativo del Falun Gong, e sono stati denunciati da un residente. La polizia è arrivata subito per arrestarli, ma Gao è riuscita a fuggire. La polizia l'ha inserita nella lista dei ricercati e ha promesso una ricompensa di 5.000 yuan a chi l'avesse denunciata.
In seguito la donna tornata a casa e, il 2 marzo dell'anno scorso è stata arrestata. Durante l'arresto, ha avuto un mancamento ed è stata portata in un ospedale locale, dove è rimasta per un giorno intero. Più tardi la donna è stata rilasciata sotto sorveglianza domiciliare.
Il 20 aprile dell'anno scorso tre agenti si sono presentati a casa di Gao, per verificare se stesse abbastanza bene da poterla riprendere in custodia. Le hanno misurato la pressione sanguigna, riscontrandole un valore di 280/140 mmHg (il range normale è di 120/80 o inferiore). L'incessante persecuzione le aveva provocato una ricaduta dell'ipertensione. Gli agenti non l'hanno arrestata e se ne sono andati.
Il 15 maggio dell'anno scorso la polizia ha chiamato il figlio di Gao e gli ha ordinato di portare la madre al centro di detenzione. Il figlio si è rifiutato, perché la madre era diventata confusa a causa dell'elevata pressione sanguigna. Il 12 luglio la polizia ha ricontattato figlio e gli ha chiesto di farle firmare delle dichiarazioni di rinuncia al Falun Gong. Lui ha risposto che lei non avrebbe mai firmato.
Poco dopo Gao ha avuto un ictus ed è stata ricoverata in ospedale. Non rispondeva e teneva gli occhi chiusi. La polizia ha tentato di costringere i suoi familiari a firmare dichiarazioni di rinuncia al Falun Gong per suo conto, ma loro hanno rifiutato.
L'11 agosto dell'anno scorso il procuratore Long Dan della Procura distrettuale di Lianshan si è recato all'ospedale insieme a una donna, per ottenere la deposizione di Gao. La donna era ancora a letto, confusa e con gli occhi chiusi. Long ha minacciato di infliggerle una pesante condanna e di mandarla in un ospedale psichiatrico, se i familiari si fossero rifiutati di collaborare.
Lo scorso 25 aprile Long e un giudice si sono recati a casa di Gao. La donna era paralizzata su un lato del corpo e giaceva a letto con gli occhi chiusi. Long ha letto ad alta voce l'atto di accusa e il giudice ha chiesto se la donna avesse ammesso la sua "colpa" di praticare il Falun Gong. La donna ha scosso la testa, senza dire nulla. Il marito ha preparato una dichiarazione di difesa di quattro pagine, ma è stato fermato dopo aver letto la prima. Il giudice ha detto che avrebbe passato la dichiarazione difensiva al presidente del tribunale.
Il 30 maggio scorso la corte ha emesso un verdetto di colpevolezza a casa di Gao. La donna è stata condannata a un anno e mezzo, oltre a una multa di 5.000 yuan. Date le sue condizioni, le è stato ordinato di scontare un periodo di sorveglianza domiciliare di sei mesi, prima di essere condotta in prigione.
Lo scorso mese di maggio il tribunale distrettuale di Chikan, a Zhanjiang nella provincia del Guangdong, ha condannato a cinque anni di prigione una residente, per aver cercato di ripristinare la propria pensione sospesa.
Nel mese di agosto 2020 Su Guiying, di 63 anni, si è vista sospendere la pensione, pochi giorni dopo aver scontato una condanna a quattro anni per la sua fede nel Falun Gong. Il motivo della sospensione non le è stato comunicato, ma è probabile che l'Ufficio della previdenza sociale stesse cercando di recuperare le prestazioni pensionistiche erogate durante la detenzione.
Ci sono state molte segnalazioni di uffici per la previdenza sociale in tutta la Cina, che hanno fatto cose simili ad altri praticanti del Falun Gong, citando una politica che impedisce ai pensionati in servizio di ricevere i benefici pensionistici. Coloro che hanno ricevuto la pensione mentre erano in prigione si sono trovati spesso nella stessa situazione di Su, con le autorità che hanno trattenuto i loro futuri benefici, per "ripagare" i pagamenti già effettuati.
La donna si è recata diverse volte all'ufficio della previdenza sociale, per chiedere il reintegro della pensione, ma è sempre stata respinta, e un dipendente l'ha persino sfidata a fargli causa. Su ha presentato un reclamo contro l'ufficio, presso l'agenzia di supervisione, e si è vista respingere il caso dal tribunale.
Come ritorsione alle sue denunce, l'11 maggio dell'anno scorso le autorità hanno ordinato l'arresto di Su. La polizia ha fatto irruzione nella sua abitazione, senza esibire il mandato di perquisizione. Quando Su li ha biasimati per aver violato la legge, le hanno mostrato un foglio di carta chiedendole di firmarlo. Lei ha cercato di esaminarlo per vedere se fosse davvero un mandato di perquisizione come sostenevano, ma loro l'hanno strappato via e non hanno più chiesto la sua firma. La donna è stata accusata di essersi rifiutata di firmare il "mandato di perquisizione", inoltre non le è stato rilasciato un elenco degli oggetti confiscati, come previsto dalla legge.
Nel mese di maggio Su è stata condannata a cinque anni, meno di quattro anni dopo aver scontato una precedente pena per la sua fede nel Falun Gong.
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