Il 17 gennaio, Bitter Winter, periodico italiana online per i diritti umani e la libertà religiosa, ha pubblicato un articolo in cui ha evidenziato i casi di persecuzione dei praticanti del Falun Gong riportati da Minghui.org nello scorso anno.
“Veniamo da Shanghai. Tre anni di COVID ci hanno portato molta sofferenza”. L’uomo più anziano del gruppo ha spiegato: “Siamo parenti. Li ho aiutati a lasciare il Paese. La situazione in Cina è talmente brutta che non si può più stare”.
Anche se Zhong è stata assegnata a un reparto per anziani e infermi, è stata costretta a fare lavori forzati non retribuiti, peggiorando ulteriormente le sue condizioni di salute. Alla fine non era in grado di camminare autonomamente. Quando è stata rilasciata prima del tempo, il 28 ottobre 2017, era ormai incapace di camminare.
La "gestione rigorosa" è uno dei metodi di tortura usati di frequente dalle guardie carcerarie. Gli agenti mettono una praticante in cella d’isolamento e istigano diverse detenute a sorvegliarla da vicino 24 ore su 24 e ad aggredirla fisicamente.
Nel secondo centro di detenzione della città di Nanchang, Hu è stata picchiata. Gli agenti l’hanno appesa per i polsi al telaio della finestra e l'hanno privata del sonno. A causa delle percosse, aveva ferite sui piedi e le mani gonfie.
Il Maestro Li osserva tranquillamente il mondo dalle montagne, dopo aver lasciato New York in seguito al 20 luglio 1999 (foto pubblicata il 19 gennaio 2000)
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Il Maestro Li osserva tranquillamente il mondo dalle montagne, dopo aver lasciato New York in seguito al 20 luglio 1999 (foto pubblicata il 19 gennaio 2000)